In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Il Subbuteo ispirato da un ferroviere. La sezione di Gorizia una vera eccellenza

Il Dopolavoro ferroviario nato nel 1984, punto di riferimento in regione, è tra i primi 50 al mondo e si fa valere all’estero

2 minuti di lettura
Giocatori durante un torneo 

Subbuteo

GORIZIA Se parlando di pallone, da molto tempo ormai, Gorizia e i goriziani si devono accontentare del palcoscenico (dignitosissimo ma ridotto) dei campionati dilettantistici, il capoluogo isontino e il suo territorio possono vantare un’eccellenza calcistica che trionfa in tornei nazionali, vanta tra le sue fila campioni italiani e stranieri, e punta, per il futuro, a entrare nella top ten del ranking mondiale. Incredibile? No, se il calcio non è quello vero giocato con i piedi sul rettangolo verde ma piuttosto quello simulato e riprodotto con abilissimi tocchi in punta di dita sul tappetino del Subbuteo, e se la società in questione è il Dopolavoro ferroviario Gorizia. Una vera eccellenza del calcio da tavolo tricolore e internazionale, guidata dal presidente Marco Pinausi.

«La società è nata nel 1984 – racconta Pinausi –: il padre di uno dei ragazzi del nostro gruppo era ferroviere, e ci propose di affiliarci come sezione del Dopolavoro ferroviario. Così facemmo, ospitati nella sede del circolo alla stazione, iniziando la nostra avventura». Da allora di acqua sotto i ponti e di gol in punta di dita ne sono passati tantissimi, il Dlf Gorizia ha spostato logisticamente la sede in quel di Cormons ed è diventato autentico punto di riferimento in regione, dove è stata a lungo l’unica società di Subbuteo, di recente affiancata da Trieste.

«Una cosa ci distingue da quasi tutte le altre realtà italiane, ovvero il fatto di vantare diversi tesserati “stranieri” – dice il presidente –. Già, perché tra i nostri venti giocatori provenienti da tutta la regione, ce ne sono alcuni che vivono all’estero, trasferiti dalle nostre zone, o amici e parenti dei nostri soci. Da Berlino a Barcellona, da Monaco a Rotterdam. Così è piuttosto comune che i colori bianco e blu del Dlf Gorizia si distinguano in tornei in tutta Europa».

Il palmares goriziano è piuttosto ricco: soprattutto tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila il Dlf Gorizia ha collezionato diversi titoli italiani individuali e quello di vice campione a squadre nel 1996, e ci sono stati momenti in cui anche cinque giocatori su otto della nazionale azzurra erano espressione goriziana. L’ultimo trionfo, subito prima del lockdown, al torneo di Venezia, con la squadra composta da Marco Macino, Alex Caffiero e Guido e Michele Cerullo. Come dimenticare poi quando, nel 2011, il Dlf organizzò in casa (pur ospite del casinò Perla di Nova Gorica) la finale congiunta di Champions ed Europa League, vinte rispettivamente dal Pisa e dal Bologna. «Già oggi siamo tra i club di punta in Italia, rispettati e anche temuti sportivamente parlando – dice con soddisfazione Pinausi –, ma per il futuro abbiamo grandi sogni e grandi progetti. Puntiamo a rinforzarci sul mercato con un “top player” (la segretezza e totale, vista l’importanza delle trattative in corso, ndr) e l’ambizione sarebbe scalare le classifiche fino a entrare nella top ten del ranking mondiale, che attualmente ci vede comunque nelle prime 50 posizioni». Nessun trofeo e nessun risultato saranno però mai più importanti della passione e dello spirito che muove la società e i giocatori di Subbuteo. «Ci ritroviamo in sede ogni mercoledì sera per allenarci, ma molti di noi lo fanno anche a casa, ogni volta che possono – spiega il numero uno del Dlf Gorizia –. La domenica, poi, organizziamo corsi e iniziative per i bambini, per avvicinarli a questo splendido gioco. La sua magia? Sta nel fatto di essere del tutto inclusivo, perché non fa differenza giocare contro giovani o adulti, uomini o donne, disabili o meno. E poi fa sognare, molto più di un videogame, ci fa sentire sul campo con i nostri campioni preferiti». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

I commenti dei lettori