TRIESTE A partire da sabato scorso a tutt’oggi, ho vissuto un’esperienza nuova: partecipare a un intero meeting dal divano di casa o stando comodamente nel mio studio. Che l’attività congressistica abbia subito un colpo importante da Covid-19 quest’anno è cosa intuitiva: sono state molte centinaia i meeting cancellati in tutto il mondo a causa della pandemia, con ovvie ripercussioni economiche ma anche sulla possibilità per scienziati e medici di scambiare opinioni e risultati, uno dei pilastri con cui la scienza avanza.
Con molto coraggio non ha voluto invece arrendersi la European Societey of Cardiology (Esc), la società che funge da punto di riferimento di tutte le attività cardiologiche in Europa. Il suo meeting annuale attrae solitamente oltre 30 mila persone da tutto il mondo, e si tiene in ambienti fieristici nei quali vengono tenute molteplici sessioni contemporanee. Supportata da una eccezionale organizzazione informatica, la Esc ha deciso di trasformare il suo meeting, programmato ad Amsterdam dal 29 agosto al primo settembre, in un’esperienza digitale.
Saranno i meeting di questo tipo a sostituire quelli reali? Nonostante l’entusiasmo con cui ne scrivo, penso proprio di no. Alla fine del congresso, a me è rimasto ancora più forte il desiderio di un meeting reale, per parlare di quello che da un podio non si riesce a trasmettere. Nessun surrogato digitale, per quanto di eccellente livello, può per ora sostituire quella conoscenza trasmessa grazie al rapporto umano diretto che ha finora ispirato il progresso della conoscenza. –
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