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Salgono a 9 mila le richieste di test. Finora zero contagiati in Fvg

Il calcolo sui vacanzieri regionali di rientro da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Ma è impossibile sapere quanti dribblano l’obbligo

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TRIESTE Salgono a novemila le domande di tampone per il ritorno dalle vacanze in Croazia, Grecia, Malta e Spagna dei residenti in Friuli Venezia Giulia. La pressione si concentra su Trieste, che da sola registra cinquemila rientri quasi interamente da Istria e Dalmazia. Nel capoluogo i test effettuati sulla base della nuova ordinanza ministeriale sono un migliaio e, in proporzione, si può ipotizzare che in tutta la regione siano finora stati analizzati i campioni di duemila vacanzieri, senza che sia stato finora rilevato un singolo caso di coronavirus dal 13 agosto.



Le Aziende sanitarie lavorano a testa bassa e la Regione stima di poter evadere entro la settimana tutte le richieste pervenute. La macchina organizzativa è però ingolfata dal provvedimento assunto senza preavviso: basti pensare che, conteggiando le mail arrivate nel fine settimana agli uffici dei dipartimenti di Prevenzione, il totale di richieste è passato da seimila a novemila. Alle 13 di ieri, si conteggiavano 5 mila domande di triestini, mille di goriziani e ancora 2.300 da Udine e 600 da Pordenone. Il vicepresidente Riccardo Riccardi assicura che «tutte le istanze sono state praticamente già processate e le Aziende contano di evadere i test nell’arco di una settimana».


La quantità di tamponi effettuati sui turisti di rientro in regione non è data a sapere, se non per Trieste, dove sono stati analizzati circa mille test in cinque giorni. Gli esami disposti dall’ordinanza procedono a un ritmo di trecento tamponi al giorno, che si sommano a quelli necessari per tracciamenti e sorveglianza sanitaria. Bisognerà ora capire se le domande continueranno a salire a questo ritmo o se la decisione del ministro Speranza avrà scoraggiato parte delle partenze. Al momento, comunque, secondo quanto riferisce la Regione, non risultano casi di positività fra chi è rientrato dai quattro Paesi.

Il dato si riferisce alle persone testate ma è impossibile sapere quanti si stiano sottraendo ai controlli: rispetto a quelli sui valichi di terra, il commissario di governo Valerio Valenti ammette che «le maglie sono inevitabilmente larghe», con poche pattuglie posizionate sui transiti più frequentati per verifiche a campione sui mezzi di rientro in Italia. Quanto ai controlli sui diportisti, le autorità hanno avvicinato in totale una ventina di imbarcazioni dall’emanazione dell’ordinanza.

Riccardi non manca di sottolineare lo stress organizzativo, ricordando che «tutto questo lavoro si aggiunge alla già onerosa attività di sorveglianza sanitaria in corso, che prevede la necessità di fronteggiare i flussi dei migranti provenienti dalla rotta balcanica, nonché lo screening sia degli operatori del sistema sanitario (molti stanno tornando a propria volta dalle ferie e vengono tutti sottoposti a tampone, ndr), sia di quelli impiegati nell’assistenza di anziane e disabili. Contemporaneamente prosegue l’attività di “contact tracing”, indispensabile per circoscrivere e spegnere i focolai già attivi e monitorare quelli che eventualmente si potrebbero verificare».

A proposito di nuovi casi, la Protezione civile rileva cinque ulteriori positivi in Fvg, di cui 4 dovuti a contatti con estero o resto d’Italia. Dall’inizio dell’epidemia si contano 3.512 contagiati: 1.433 a Trieste (+2), 1.080 a Udine (+1), 763 a Pordenone (+1) e 233 a Gorizia (+1). Tre pazienti risultano in cura in terapia intensiva e 6 sono i ricoverati in altri reparti, cui si aggiungono 192 persone in isolamento e 5 clinicamente guarite ma in attesa di tampone negativo. Il numero dei decessi è fermo a 348. —




 

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