«La legge contro l’omofobia lede la libertà di espressione»
L’arcivescovo Crepaldi: «Censurare penalmente delle opinioni è pericoloso» La solidarietà ai genitori di Regeni e il monito al rispetto delle norme anti-Covid

«Desidero esprimere tutta la mia preoccupazione a riguardo del disegno di legge di contrasto all'omofobia e alla transfobia, fortemente criticato dalla Cei in maniera tempestiva e chiara, ma anche da altri tra cui conosciute femministe, perché si tratta di un'iniziativa legislativa che mette a rischio la libertà di espressione. In nome di alcune idee si ritiene di criminalizzare idee diverse». L’arcivescovo Giampaolo Crepaldi interviene duramente “post missam” contro il testo della legge parlamentare sull’omofobia, depositato in Commissione Giustizia da Alessandro Zan del Pd. Il vescovo di Trieste non si limita a congedarsi dai fedeli con il tradizionale “la messa è finita, andate in pace” dopo la Santa Messa celebrata ieri nella chiesa di Nostra Signora di Sion di via don Minzoni. Nella sua battaglia arruola persino le “femministe”.
In realtà c’è anche una lettera-appello di donne favorevoli al disegno di legge Zan con firme che vanno dalla sindacalista Susanna Camusso alla filosofa Michela Marzano, dalla scrittrice Dacia Maraini all’attrice Veronica Pivetti, fino alla regista Francesca Comencini.
Crepaldi si scaglia contro la legge sull’omofobia che l’Italia attende da 25 anni. In nome della libertà di espressione. «Se si concede la possibilità di censurare giuridicamente e penalmente non delle offese, ma semplicemente delle opinioni e delle verità di ordine antropologico e morale diverse da quelle dei proponenti il Disegno di legge, come per esempio la differenza fra uomo e donna, allora veramente la nostra libertà, quella di tutti, non solo quella dei cattolici, è in pericolo. Si tratta di un disegno pretestuoso che va contrastato con forza», attacca il vescovo di Trieste. In apertura della nota “post missam” il vescovo ricorda il Covid-19, tornato a crescere: «Avverto il dovere di un richiamo a comportamenti responsabili nel rispetto di se stessi e degli altri con l’osservanza di quelle norme igienico-sanitarie che tutti conosciamo». Un passaggio anche per far sapere che «in ricordo delle vittime del Covid-19 della nostra Città si terrà nella Cattedrale di San Giusto il 15 di luglio alle 21 un concerto con l’esecuzione de “Le ultime Sette parole di Cristo sulla croce” di Franz Joseph Haydn eseguita dall’Orchestra da Camera del Friuli Venezia Giulia diretta dal Romolo Gessi».
Il passaggio finale, invece, è per il Caso Regeni: «Ritengo di interpretare l'amarezza di tantissime persone quando hanno saputo dagli stessi genitori che continua a sfumare in un mare di colpevoli ombre la verità sulla morte di Giulio Regeni, un ragazzo che studiò nel nostro liceo Petrarca. Ai genitori va l’assicurazione della nostra solidale vicinanza e della nostra preghiera».
Una vicinanza che “contrasta” con quella del Comune di Trieste e della Regione, che hanno da tempo immemorabile ammainato gli striscioni gialli (“Verità per Giulio Regeni”).—
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