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Il sindaco di Udine Fontanini torna ancora all’attacco del Verdi di Trieste

Il politico friulano: «Il nostro teatro risparmia. Altrove cancellati 11 milioni. Non siamo fessi». Tonel: «È un bene del Fvg»

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TRIESTE Udine vs Trieste. Giovanni da Udine vs Giuseppe Verdi. Udine contro Trieste. «C’è un altro teatro in regione che ha avuto la fortuna di vedersi ripianate in un colpo solo 11 milioni di euro di passività. Qui invece non ci sono debiti e faccio i complimenti a chi ha gestito. Noi siamo abituati come friulani a risparmiare, ma questo non vuol dire passare per fessi. E mi fermo qui». Pietro Fontanini, sindaco friulanissimo di Udine, non dimentica. Stavolta non c’è il Castello di Udine che non ha nulla da invidiare a Miramare (a parte il mare, forse). La disfida riguarda i teatri. Durante la presentazione della stagione estiva del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, il sindaco leghista chiama in causa senza nominarlo il Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Una comparazione senza senso. Il teatro udinese è una sala che ospita spettacoli e concerti (fino a un anno fa pure quelli del lirico triestino), quello triestino è una delle undici fondazioni lirico sinfoniche nazionali che produce opere, concerti e balletti con un’orchestra, un coro e un apparato tecnico. Una decina di dipendenti da una parte e oltre 250 dall’altra: non c’è paragone che tenga.

Quella di Fontanini è una polemica datata che si ripete ogni anno come un disco rotto e con cifre variabili. Risale alla cancellazione del debito regionale di 7 anni fa (Regione guidata da Debora Serracchiani): nel dicembre 2013 con un emendamento alla finanziaria vengono cancellati di botto 14 milioni del finanziamento ventennale da 20 milioni ottenuto nel 2007. Qualche milione era già stato abbuonato negli anni precedenti con la Regione guidata dal centrodestra di Renzo Tondo. Ieri i 14 milioni sono diventati 11. Nel 2019, parlando della nascita del Teatro stabile friulano, il sindaco non ce la fa a non tirare in ballo il Verdi di Trieste: «Invece di essere contenti per un progetto che creerà anche posti di lavoro si critica senza sapere o facendo finta di non sapere che a Trieste oltre al Verdi, per il quale pochi anni fa sono stati stanziati 14 milioni, e al Rossetti c’è anche la Contrada che riceve 650 mila euro dalla Regione e produce spettacoli in dialetto triestino».

Nel 2017, parlando da presidente della Provincia di Udine in liquidazione, ricorda «che nel consiglio di indirizzo della Fondazione teatro Verdi, realtà che ha beneficiato di 14 milioni di euro della Regione per risanare i conti, viene tutelata la rappresentanza del Comune cosa che non avverrà più per Udine». Nel 2015, da presidente di Provincia, rammenta con rabbia il trattamento riservato a Udine dalla Regione rispetto alla fondazione del teatro udinese: «Si tratta di una delle poche Fondazioni che chiude i bilanci in positivo e non necessita di aiuti straordinari come i 14 milioni concessi al teatro Verdi di Trieste da parte della Regione». L’anno prima, parlando dei contadini friulani penalizzati nel confronto con i pescatori triestini, Fontanini infila l'ennesima stoccata lirica: «Ancora uno sgarbo nei confronti del Friuli, cuore economico della Regione, che non dimentica i 14 milioni di euro destinati a sanare il buco del teatro Verdi».

Ma il Verdi non gli era mai andato a genio neppure prima del colpo di spugna da 14 milioni di euro. Nell’ottobre 2012, sempre da presidente della Provincia, si era già scagliato contro il Verdi nel giorno in cui il Giovanni da Udine inaugurava la stagione di musica: «Non è pensabile che una struttura del genere registri un debito di circa 20 milioni di euro. Il teatro del capoluogo friulano ha 19 dipendenti fissi contro i 270 occupati al Verdi. E non dimentichiamo che il Giovanni da Udine ha chiuso il bilancio 2011 con utile di circa 50 mila euro».

E Trieste? «Il Verdi è il teatro lirico della Regione Friuli Venezia Giulia. Sta a Trieste. Ma ha un respiro molto più ampio», taglia corto sconfortata Serena Tonel, assessore comunale ai Teatri di fede leghista.

L’ultima disfida lirica è stata l’assenza quest’anno (nonostante ci sia una legge regionale sulla circuitazione delle opere liriche) del Verdi di Trieste nel cartellone musicale del Giovanni da Udine. Una scelta avvallata dall’assessore regionale Tiziana Gibelli e dal sovrintendente Stefano Pace. Poi è arrivato il Covid a spazzare via tutto. Il Giovanni da Udine aveva già messo in programma la produzione casalinga delle “Nozze di figaro” di Mozart. L’ennesima sfida. L’autarchia friulana. «La nostra città - sentenziò Fontanini il 24 gennaio 2018 - è assolutamente in grado di produrre non solo opere in prosa, ma anche musica e lirica». —


 

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