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L'appello del vescovo di Trieste per i lavoratori della Ferriera: "Situazione va sbloccata il prima possibile"

La nota letta da monsignor Crepaldi dopo la santa messa: "Sono vicino ai lavoratori. Bisogna che tutti collaborino perché sia garantito alle persone di poter lavorare dignitosamente per mantenere le loro famiglie, per costruire il proprio futuro e contribuire al progresso di tutti".

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Il vescovo Crepaldi 

TRIESTE "Sono particolarmente vicino ai dipendenti della Ferriera in questi giorni così delicati per l’attesa della firma dell’Accordo di Programma che dovrà delineare le prospettive di futuro di quell’area industriale". Inizia così la lettera che il vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, ha letto domenica dopo la Santa Messa.

"Da una parte - continua la nota - i sussidi di cassa integrazione stanno servendo in questi mesi per sostenere almeno parzialmente gli operai che, con la chiusura dell’area a caldo, hanno perso il lavoro, ma dall’altra occorre che si sblocchino nel più breve tempo possibile, grazie a quell’Accordo, prospettive di lavoro per la bonifica e la riconversione logistica di quell'area industriale. In questo momento di crisi a motivo della pandemia, auspico che tutti gli attori pubblici e privati chiamati a firmare l’Accordo di Programma collaborino ancor di più nella prospettiva del bene comune, per rilanciare il futuro economico e sociale della nostra Trieste. Occorre oggi più che mai rimettere al centro la persona e usare ogni mezzo per favorire processi economici che la favoriscano. Senza lavoro sono a rischio la dignità delle persone e la famiglia, cellula fondamentale della società".

"Se amiamo la nostra Trieste - ha concluso il vescovo - occorre operare perché sia garantito alle persone di poter lavorare dignitosamente per mantenere le loro famiglie, per costruire il proprio futuro e contribuire al progresso di tutti".

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