Duino Aurisina, dibattito sulle opere da collocare al Tre Noci: in ballo dinosauri e “frasche”
Il paleontologo Bacchia lancia i “mini” Antonio o Bruno, il consigliere Gabrovec scommette sui paletti per le osmizze

DUINO AURISINA Collocare una versione stilizzata di Antonio o di Bruno, i due dinosauri i cui scheletri sono stati recuperati dalle rocce del Villaggio del Pescatore, nel centro dell’aiuola della nuova rotatoria del bivio “ Tre noci”. È la proposta che arriva da Flavio Bacchia, factotum del Sito paleontologico e ad della Zoic, la srl triestina specializzata nella lavorazione dei fossili, per far diventare Duino Aurisina «il Comune dei dinosauri». «Sarebbe il miglior biglietto da visita – precisa – per un’area che vanta una forte vocazione turistica e alla quale la presenza del nostro Sito paleontologico garantisce una cornice scientifico-culturale di spessore internazionale».
L’intervento di Bacchia non è casuale: arriva dopo che il consigliere di opposizione Vladimiro Mervic aveva lanciato l’idea, qualche giorno fa, di collocare al centro dell’aiuola una statua del celebre scultore Marcello Mascherini, che visse a lungo in una villa situata a poche decine di metri dalla rotatoria. «Leggo di questa proposta – spiega Bacchia – e non tolgo alcunché all’eccellenza dell’artista, ma mi riallaccio alle recenti dichiarazioni del sindaco Daniela Pallotta, che ha rimarcato l’idea di sfruttare l’unicità della presenza di dinosauri sul suolo comunale come fonte di attrattività culturale e turistica. Un richiamo ad Antonio o a Bruno rappresenterebbe il migliore biglietto da visita per Duino Aurisina, con un esplicito rimando alla potenzialità della zona, senza bisogno di interpretazioni o spiegazioni aggiunte».
Ma quella di Bacchia non è l’unica proposta sul futuro del “Tre Noci”. Sul tema interviene infatti anche il consigliere regionale Igor Gabrovec che in Consiglio comunale a Duino Aurisina ricopre il ruolo di capogruppo della Lista Insieme: «In relazione al dibattito sulla nuova rotonda – esordisce – è certo bello pensare a opere d’arte e arbusti che la rendano più gradevole alla vista. Tuttavia non va dimenticato l’impegno che ci siamo presi con i gestori delle osmizze. Tra un cartellone stradale e un’opera d’arte sarà importante trovare lo spazio anche per i classici paletti con ramoscello d’edera e freccia rossa, presenti in ogni guida turistica di Trieste e del Carso, che indicano la presenza e l’apertura delle osmizze. Esse fanno parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni non meno di ogni altra opera della creatività umana».—
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