Il rettore dell'Università di Trieste Di Lenarda: «Al fianco degli studenti per superare la crisi»
Il numero uno dell'ateneo e le strategie del dopo-Covid-19: «Segnale forte dal decreto Rilancio. Aiuteremo chi è in difficoltà»

TRIESTE «Dal decreto Rilancio giunge una prima risposta alle difficoltà delle Università: certo non si tratta di una manovra risolutiva, ma di un segnale importante dopo anni di grave definanziamento e di burocratizzazione del sistema». Mentre l’ateneo triestino è ripartito quasi a pieno regime con le attività di ricerca e il servizio su prenotazione per tutte le biblioteche, il rettore Roberto Di Lenarda – in linea con quanto espresso dalla Crui – apprezza le misure su università e ricerca contenute nel decreto rilancio. Queste misure si sommeranno ad alcuni provvedimenti messi in campo da UniTs per il diritto allo studio: «Vogliamo aiutare i nostri studenti presenti e futuri per uscire insieme da questa crisi sanitaria ed economica».

Quali sono gli aspetti positivi del decreto sul fronte del diritto allo studio?
È previsto uno stanziamento ulteriore, su base nazionale, di 165 milioni. La no tax area dovrebbe aumentare per gli studenti con Isee da 13 a 20 mila euro, con un ampliamento dei beneficiari da circa 300 a 500 mila, mentre una riduzione delle tasse dovrebbe interessare gli studenti con Isee fra 20 e 30 mila euro l’anno. Con 40 milioni verrà rifinanziato il fondo integrativo statale per le borse di studio e 62 milioni saranno stanziati (in aggiunta ai 50 già disponibili) per l’acquisto di dispositivi digitali e per rafforzare le infrastrutture informatiche.
E per il personale?
Dal 2021 saranno disponibili 200 milioni di euro per assumere complessivamente 4940 ricercatori di tipo b (con possibilità di diventare dopo 3 anni professori associati). Si tratta di una misura strategica per evitare o quantomeno ridurre la fuga dei nostri migliori giovani.

La ricerca?
Si rifinanziano i Prin, con un intervento di 250 milioni per il 2021 e 300 per il 2022 sul Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica, e il Fondo di finanziamento ordinario aumenterà di 100 milioni per il 2021 e 200 milioni per il 2022.
Altri aspetti rilevanti?
Per UniTs, che è sede amministrativa di 22 scuole di specializzazione di area medica, conta moltissimo anche il finanziamento per coprire ulteriori 4200 contratti di formazione: ne beneficerà non solo il nostro Ateneo, ma tutto il nostro sistema sanitario. Inoltre sono previste alcune iniziali semplificazioni normative, su cui è assolutamente necessario proseguire se vogliamo rimanere competitivi in ambito internazionale. Certo si tratta di un inizio, perché dobbiamo recuperare un colpevole decennio di tagli, ma in questo momento sarebbe stato oggettivamente difficile pensare a qualcosa di più.

E l’Università di Trieste interverrà a sua volta?
Abbiamo definito un ulteriore posticipo al 30 giugno per la terza rata delle tasse; non applicheremo more per i cambiamenti ai piani di studio figli delle incertezze di questi mesi e stiamo lavorando a una rimodulazione per ridurre l’entità della prima rata per i nuovi immatricolati.
Intanto all’università è partita la fase due... quali sono i prossimi passi?
Stiamo lavorando già da settimane a un sistema, semplice e sicuro, per la gestione delle presenze in biblioteca, nelle aule studio e per rilevare le presenze a lezione. Continueremo con la didattica a distanza e anche gli esami e le lauree rimarranno online fino a luglio. Ci stiamo però organizzando per una piena ripresa in sicurezza non appena le condizioni epidemiologiche la consentiranno. –
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