Giuliana Bunkeraggi: il giudice accelera l’udienza decisiva
Anticipato dal 3 luglio al 27 maggio l’appuntamento clou Sul piatto un primo riparto ai creditori da 700 mila euro

Massimo Greco
Chissà se ai primi di settembre – quando si apriranno i lavori della manifestazione scientifica Esof2020 ai magazzini 27, 28 e 28 bis del Porto vecchio – le due ammiraglie dell’ex flotta Napp “Piero N.” e “Marisa N.” saranno ancora ormeggiate nel Bacino 0, mostrando la prua al futuro centro congressuale e la fiancata destra ai magazzini 24 e 25.
Al momento per le due unità non sono infatti giunte offerte sul tavolo dei consulenti del concordato.
In compenso è atterrata nei loro studi una buona notizia: l’udienza per l’omologa, inizialmente fissata al 3 luglio, è stata anticipata dal giudice Riccardo Merluzzi alle ore 10 di mercoledì 27 maggio.
È lo stesso magistrato che motiva la disposizione: la vendita di otto unità (chiatte e rimorchiatori) alla Ocean e di due motocisterne alla veneziana Petromar ha consentito di ottenere una liquidità di 2,8 milioni tale da eseguire un primo parziale riparto pari a circa 700 mila euro.
Ne beneficerebbero, innanzitutto, ex dipendenti di Giuliana Bunkeraggi, in termini di Tfr e di competenze arretrate: vista la «grave congiuntura economica e sociale» – scrive il giudice Merluzzi – è opportuno disporre quanto prima della cifra. Che andrebbe anche a vantaggio degli estensori del piano industriale e delle agenzie erariali coinvolte nel procedimento», cioè Entrate e Dogane.
In udienza si vedrà se vi saranno opposizioni a che il concordato giunga a compimento. Alla conta di febbraio la maggioranza dei creditori si era detta favorevole, per un totale di tre milioni di euro, ma contrari e astenuti si erano espressi negativamente per un complesso di 2,5 milioni, sui quali incideva significativamente il “niet” di Monte dei Paschi (1,4 milioni).
Quindi, il giorno 27 Merluzzi verificherà se vi siano ancora resistenze, e a seconda di questo vaglio assumerà/rinvierà la decisione. È opportuno ricordare che l’omologa non blocca le operazioni di carattere patrimoniale, come infatti è avvenuto con le aste di navi e concessioni: risulta invece pregiudiziale riguardo al ristoro dei creditori.
Oltre alle due navi residue, il concordato ha ancora in serbo la sede dell’azienda in via Lazzaretto Vecchio e la quota del 18% detenuta in Tami, la cordata privata che controlla al 60% il terminal passeggeri della Marittima (Ttp).
La priorità riguarda le unità marittime, il cui stazionamento al Bacino 0 potrebbe alla lunga risultare pregiudizievole per la gestione.
L’appartamento non dovrebbe avere problemi di collocazione. Il piatto più interessante è la quota in Ttp, per la quale l’ipotesi data per probabile accreditava un’equa divisione tra gli azionisti più importanti, che sono le compagnie crocieristiche Msc e Costa.—
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