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Tutti in carrozza da Campi Elisi a San Giovanni: 50 anni fa l’addio alla 9, ultimo tram del centro

Il 31 marzo 1970 sancì la fine di un servizio iniziato nel 1883. E quel giorno ci fu chi fece a pezzi il mezzo per portare a casa un “ricordino”

Andrea Di Matteo
2 minuti di lettura

la ricorrenza



Martedì 31 marzo 1970: una data storica non solo per gli addetti ai lavori ma per tutta la città di Trieste perché, con l’ultimo giorno di servizio tranviario della 9, sancisce la fine di un capitolo di storia cittadina iniziata nel 1883.

Infatti, in quell’anno, sono posati i primi binari per le cosiddette vetture ippotrainate, mentre il 9 ottobre 1900 viene inaugurata al tramonto, per meglio far risaltare le vetture illuminate all’interno, la prima linea tranviaria a corrente elettrica, che permette di inserire Trieste fra le prime capitali europee ad applicare questa nuova forza motrice ai mezzi di trasporto.

Nei primi decenni del Novecento la qualità del trasporto pubblico aumenta, con l’acquisto di vetture sempre più moderne, e nei primi Anni Trenta si raggiunge la massima espansione della rete con ben undici linee.

Ma la vita delle reti tranviarie sembra segnata: negli Anni Cinquanta in tutta la penisola i tram sono considerati obsoleti, vincolati alla strada da binari e dalla rete aerea di alimentazione, che implica notevoli costi da mettere a bilancio. Ora il filobus è indicato come il mezzo più idoneo.

Senza contare che a Trieste la particolare conformazione orografica della città non può riservare strade o corsie apposite alla circolazione tranviaria a causa della crescita esponenziale della motorizzazione privata.

Con la trasformazione di tutte le linee urbane da tranviarie in automobilistiche si va così a compiere un progetto avviato da più di un decennio da amministratori evidentemente all’epoca poco lungimiranti e ignari del problema riguardante l’inquinamento che presenterà il conto qualche anno dopo.

Il 30 dicembre 1969 anche la linea tranviaria 6 viene frettolosamente mandata in pensione e trasformata in automobilistica nell’indifferenza pressoché generale dei triestini, permettendo così l’ampliamento a quattro corsie di viale Miramare.

E così, ora, torniamo al fatidico martedì 31 marzo 1970, esattamenti 50 anni fa: l’ultima corsa della superstite linea 9 viene salutata da una moltitudine di persone che, nonostante il tempo inclemente, vuole presenziare all’avvenimento. Per far fronte alla massiccia presenza dei cittadini, l’Acegat predispone altre vetture per l’ultimo viaggio da Campi Elisi a San Giovanni.

Un ricordo che riaffiora appunto a 50 anni esatti dall’ultima partenza ce lo offre Giorgio Grisilla, studioso e ricercatore della storia dei trasporti.

«Raccontare l’ultima corsa del tram 9 – afferma Grisilla – significa fare un salto indietro di mezzo secolo e aprire l’album dei ricordi di quella serata, non solo per chi come me è un appassionato di trasporti, ma anche per i semplici cittadini, perché si stava assistendo a un cambiamento epocale a favore del più agile e dinamico autobus che meglio si sarebbe districato nel crescente traffico urbano. Dunque si tratta di un ricordo triste, perché il caro vecchio amico tram veniva definitivamente mandato in pensione».

Ma i ricordi del testimone di quella sera non finiscono qui: «Quella sera il primo tram venne riservato alle autorità – ancora Grisilla– e tutte e tre le vetture partirono alle 21.05, come da orario, da Campi Elisi, ma senza fretta, in modo che i triestini potessero dare un ultimo saluto alla “carrozza di tutti” lungo il suo tragitto per un addio».

Una volta giunti al capolinea di San Giovanni, c’è un vero assalto a caccia di “souvenirs”: gran parte dei presenti cerca di portarsi a casa un “gadget” della giornata, chi smontando le tabelle di percorso, chi i numeri di linea o addirittura le porte di legno come ricordo di un’era, di una pagina di storia triestina giunta al capolinea.

Ma l’ultima corsa ufficiosa del tram avviene qualche giorno dopo, precisamente nella notte fra il 6 e il 7 aprile 1970, quando a sera inoltrata una vettura esce dal deposito Margherita con al seguito un trabattello necessario alla demolizione della rete aerea nella zona di Campo Marzio. Concluso quel trasporto, il mezzo pubblico nel viaggio di ritorno trova sulla propria sede nei pressi di piazza della Borsa un’autovettura parcheggiata che ne impedisce la circolazione. I presenti (personale di servizio e alcuni appassionati) scendono dal tram e a mano riescono a spostare la Fiat 600 prima di ripartire il deposito Margherita. Quella è davvero l’ultima corsa del tram a Trieste.—



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