Croazia, i contagi salgono a tre: un paziente ricoverato a Fiume
Era rientrato da Parma, dove lavora. Il premier: situazione sotto controllo. Ma si teme per il turismo

ZAGABRIA. Tre persone positive, alcune decine sotto osservazione, timori crescenti per l’impatto su economia e turismo a causa del coronavirus. Quello del Covid-19 continua a rimanere un tema caldissimo in Croazia, dove ieri le autorità hanno confermato altre due casi di positività al virus, dopo il primo riscontrato martedì. «Abbiamo ancora un caso comprovato», ha informato ieri mattina il ministro della Salute croato, Vili Beros. Il secondo positivo ha un legame strettissimo con il “paziente 1”, il croato di 26 anni contagiato dopo un breve viaggio in Italia in compagnia della fidanzata, con tappa a Milano, dove l’uomo aveva assistito ad Atalanta-Valencia a San Siro. Si tratta infatti del fratello gemello del primo positivo, ha svelato Beros. Ora entrambi sono ricoverati - sembra comunque solo con sintomi lievi - alla clinica per le malattie infettive “Fran Mihaljević” di Zagabria. La fidanzata del paziente 1, sottoposta a tampone, è invece risultata per ora negativa al coronavirus.
Le autorità «hanno preso contatto» anche con gli occupanti del pullman che il giovane colpito dal virus aveva utilizzato per fare ritorno in Croazia dall’Italia, ha informato il direttore dell’Istituto di sanità pubblica Krunoslav Kapak. Fra le persone esaminate ci sono molti lavoratori della Eriksson Tesla, l’azienda dove lavora il primo contagiato in Croazia. In serata, poi, è arrivato l’annuncio di un terzo contagiato: si tratta di un cittadino croato, impiegato in una ditta di Parma, ricoverato ieri a Fiume dopo essere rientrato nel suo Paese. Il bilancio a ieri sera non giustifica però il «panico e la corsa agli scaffali» dei negozi, «non siamo in quella fase» e la situazione è sotto controllo, ha assicurato il premier Andrej Plenković.
Ma c’è paura per l’impatto del coronavirus sul sistema economico, in particolare sul comparto turistico. «Faremo di tutto affinché la vita vada avanti normalmente», ma non si possono ancora «prevedere gli effetti sull’economia», ha ammesso il premier. Si allargano intanto i controlli ai confini croati, inclusi quelli marittimi, dopo che martedì Zagabria ha esteso le misure di sorveglianza sanitaria a tutti i viaggiatori provenienti dalle quattro regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. Ieri mattina tutti gli 80 passeggeri in arrivo da Ancona su un traghetto diretto a Spalato sono stati visitati al loro arrivo nel porto croato. «Tutto si è svolto con regolarità e senza alcun problema», ha affermato il direttore dell’amministrazione portuale locale, Vjekoslav Grgić. Secondo i media locali nessun passeggero ha mostrato alcun sintomo e dunque gli ispettori sanitari hanno consentito l’ingresso nel Paese a tutti gli 80, al termine dei controlli durati un’ora e mezza. Le verifiche continuano anche alle frontiere terrestri con la Slovenia, sembra con minori disagi rispetto a martedì, quando due pullman Flixbus hanno subito ritardi di otto ore al confine.
«Ai valichi più frequentati c’è una copertura 24 ore su 24 degli ispettori sanitari» e la situazione «è assolutamente sotto controllo, non ci sono problemi», ha assicurato il funzionario responsabile Andrija Mikulić. Mobilitata anche la polizia di frontiera, che «ha rafforzato» i suoi ranghi «in particolare ai valichi dove abbiamo più ingressi» di viaggiatori in arrivo dalle aree a rischio del Nord Italia, ha confermato anche il capo della polizia croata, Nikola Milina. Ma disagi indiretti ci sono, come conferma la sospensione di linee di pullman dalla Croazia per Trieste e viceversa, fino al 6 marzo. Nella vicina Slovenia, infine, 59 persone in tutto sono state testate fino a ieri per il virus. Nessuna è risultata positiva.
I commenti dei lettori