Cade in mare con l’auto e si salva per miracolo
Incidente in piena notte: la giovane è uscita prima che il veicolo affondasse. Poi, anziché chiamare i soccorsi, è rincasata

TRIESTE. Una Cinquecento che finisce in mare, sulle Rive, nel cuore della notte. Nessuno vede la scena. Nell’abitacolo c’è una ragazza al volante: la giovane rischia di annegare. Ma riesce a sgusciare dal finestrino e a salvarsi prima che la vettura vada a fondo. Solo che, anziché chiamare i soccorsi, cosa fa? Va a casa a dormire.
È accaduto in molo Pescheria la notte scorsa. La macchina è stata ripescata dai Vigili del fuoco ieri mattina attorno alle 11.45. Quello che sembrava un buffo incidente dovuto alla disattenzione di un automobilista distratto che posteggia l’auto dimenticando di tirare il freno a mano – numerosi i casi di questo genere avvenuti sulle Rive – è invece una vicenda che poteva trasformarsi in un dramma.
Stando a quanto è stato possibile ricostruire sull’episodio, la ragazza si trovava sulle Rive attorno alle tre di notte. Per motivi al momento ancora ignoti, si è avvicinata al bordo del molo nei pressi dell’ingresso dell’Aquario, forse nel tentativo di fare una manovra o di posteggiare. Ma l’auto è caduta in mare con la conducente al volante.
Probabilmente la giovane ha tentato di sfondare il parabrezza con i piedi. Un dettaglio, questo, riferito da chi ha visto i danni sulla carrozzeria dopo che il veicolo è stato issato dai Vigili del fuoco: il parabrezza in effetti era incrinato verso l’esterno. Quel che è certo è che la ragazza è riuscita ad aprire il finestrino in tempo e a tornare a riva da sola, nuotando. E così si è salvata.
Ma l’automobilista, inzuppata d’acqua, infreddolita e presumibilmente scossa dall’accaduto (non si esclude, comunque, che fosse alterata dall’alcol), non ha dato subito l’allarme. Non ha chiamato i soccorsi. È tornata a casa ed è andata a dormire lasciando la Cinquecento sul fondale. Il mattino dopo ha avvisato il padre (ieri sul posto) e quindi le forze dell’ordine.
Per il recupero del mezzo ieri mattina sono intervenuti una squadra del Nucleo soccorso subacqueo acquatico (Nssa), il personale del Nucleo specialista nautico, l’autogru, la Polizia di Stato, i Carabinieri e la Capitaneria di porto. In questi casi le manovre non sono semplicissime. Per portare il mezzo in galleggiamento i sommozzatori hanno utilizzato i palloni gonfiabili, sistemandoli attorno alla vettura. L’automobile è stata quindi sollevata con l’autogru e riportata sulla banchina. Non risultano danni ambientali dovuti allo sversamento del carburante.
I commenti dei lettori