In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Cifre bulgare per i socialdemocratici nell’Istria “rossa”: le sorprese di Zara e Spalato

Restano buoni i risultati per i conservatori in Dalmazia costretti però stavolta a cedere il passo, soprattutto in alcuni centri urbani

Giovanni Vale
1 minuto di lettura

ZAGABRIA L’Istria si conferma la regione “rossa” della Croazia, offrendo percentuali di voto bulgare a favore di Zoran Milanović. Il candidato del partito socialdemocratico ha infatti ottenuto ieri oltre l’80% dei voti e ha totalizzato addirittura quasi l’en plein in alcuni comuni. Oltre l’80% per il neopresidente a Pola, Rovigno, Montona; mentre a Grisignana, Pinguente, o ancora a Santa Domenica (Sveta Nedelja), nei pressi di Fianona, si è sfiorato il 90%. Affermazione netta per Milanović anche a Fiume, dove due terzi degli elettori (69%) hanno votato per l’ex premier. Nel complesso, anche la regione litoraneo-montana ha preferito Milanović a Grabar-Kitarović, che peraltro è originaria di Grobnik, nei pressi di Fiume. Il 64% degli elettori della regione quarnerina ha infatti votato per il candidato socialdemocratico.

Diversa la situazione in Dalmazia, area storicamente più conservatrice e dove l’Hdz registra puntualmente dei buoni risultati. Le regioni di Zara, Sebenico, Spalato e Dubrovnik hanno tutte votato a favore della presidente uscente, con percentuali che variano dal 56% al 58% per l’ormai ex capo di Stato. Anche qui, tuttavia, ci sono state delle sorprese, soprattutto nei centri urbani. Milanović ha espugnato Zara (53% a 46%) e Spalato (52% contro il 48%).

La tradizionale divisione tra la Dalmazia conservatrice e l’Istria e il Quarnero a tradizione progressista è dunque mitigata in questo voto. Alcuni feudi dell’Hdz hanno in un certo senso “tradito” la propria candidata, che registra «la peggior sconfitta alle presidenziali nella storia della Croazia indipendente», per dirla con le parole del quotidiano Slobodna Dalmacija.

Ma anche nell’Est del paese, solitamente una riserva di voti certi per la destra croata, qualcosa è venuto a mancare. Certo, Grabar-Kitarović ha vinto in tutte le regioni della Slavonia, ma l’affluenza è stata tra le più basse a livello regionale: l’area di Vukovar sotto al 37%, attorno a Slavonski Brod e Požega si è superato appena il 38%. Per un confronto, si consideri che nel nord della Croazia, dove si è imposto invece Milanović, il tasso di affluenza ha raggiunto il 47%. Il candidato socialdemocratico ha vinto a mani basse in queste regioni ricche del paese, come ad esempio nell’area di Varaždin (66% contro il 34%), o di Medjimurje al confine con la Slovenia, dove ottiene quasi il 75% dei voti.

L’area di Zagabria, infine, ha scelto anch’essa l’ex premier, con la capitale che ha attribuito una vittoria secca a Milanović: 60% contro il 40%. A Grabar-Kitarović è rimasta la magra consolazione dell’estero, con la diaspora da sempre fedele all’Hdz: ha ottenuto quasi il 90% delle preferenze. Ma si è trattato di appena 44 mila voti, troppo pochi per capovolgere il risultato. —


 

I commenti dei lettori