TRIESTE Uno studio pubblicato questa settimana su Nature mette fine, speriamo definitivamente, alla frenesia di iniettare presunte cellule staminali nel cuore per curare l’infarto. Era il 2001 quando una ricerca firmata da un gruppo di ricercatori allora a New York e poi trasferitosi a Harvard aveva riportato che il cuore infartuato nel topo poteva essere rigenerato dall’iniezione di cellule prelevate dal midollo osseo. Subito era stata avanzata l’idea che anche altri tessuti, incluso il cuore stesso, contenessero delle cellule staminali “adulte”, che potessero quindi essere utilizzate per la rigenerazione. Seguì una frenetica corsa all’applicazione clinica, in sperimentazioni controllate in Europa e negli Stati Uniti ma anche in trattamenti individuali in cliniche private in Asia, nei Caraibi e nell’Est Europeo.
Ugualmente frenetica è stata la corsa a rigenerare, con cellule analoghe, il cervello per l’Alzheimer o il Parkison, o il midollo spinale per i nervi, o persino soltanto per diventare più giovani. Una follia collettiva spinta da un lato dall’oggettivo bisogno di trovare terapie per malattie incurabili e dall’altro dalla relativa facilità di profitto di chi queste pseudoterapie le offriva (Stamina da noi in Italia ne ha offerto un esempio paradigmatico).
I risultati scientifici non sono tardati ad arrivare: nessun reale effetto rigenerativo di queste presunte cellule staminali adulte. Il tutto condito da uno scandalo colossale: una commissione d’inchiesta di Harvard ha concluso che i risultati originalmente proposti per il cuore erano una frode: l’università ha patteggiato con le autorità statunitensi di risarcire 10 milioni dei fondi di ricerca ricevuti e più di 30 articoli scientifici sono stati ritrattati perché falsi.
Uno dei ricercatori più vocali nel denunciare l’inganno delle cellule staminali in questi anni è stato Jeff Molkentin di Cinncinnati. Lo studio che Molkentin ha pubblicato ora su Nature mostra in maniera definitiva che iniettando presunte cellule staminali nel cuore questo non si rigenera e che il minimo e transitorio effetto benefico che si riscontra è semplicemente dovuto all’infiammazione che queste cellule causano. Questo non significa che la rigenerazione cardiaca sia un capitolo chiuso. Tutt’altro. Stanno avanzando rapidamente 3 sperimentazioni (a Seattle, Toronto e Singapore) che usano cellule cardiache prodotte in laboratorio dalle uniche vere cellule staminali, quelle degli embrioni. E sta avanzando anche la ricerca su come stimolare le cellule cardiache sopravvissute all’infarto a proliferare e rigenerare il cuore dall’interno, come fanno i pesci e le salamandre. La scienza, alla fine e con pazienza, vincerà comunque. –
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