TRIESTE Il report, nell’agosto 2018, arrivò per effetto dell’interlocuzione governo-periferia dopo il crollo del ponte Morandi. «Monitorate», fu l’input inviato da Roma alle Regione e pure il Friuli Venezia Giulia, con la sua società delle strade, ha elaborato un aggiornamento della “Pianificazione della manutenzione straordinaria ponti e viadotti”, un quadro dettagliato di 39 interventi più o meno urgenti sui circa 1.000 chilometri regionali e statali (ma a gestione regionale), per un totale di 51 milioni di fabbisogno.
Dal censimento dell’estate 2018 sono emerse quattro tipologie di priorità. Alla voce AA (interventi di manutenzione straordinaria su cui impostare un’azione nel tempo massimo di 12 mesi), oltre a una “agenda” sui giunti di dilatazione di ponti e viadotti (costi previsti per 3,6 milioni), sono state inserite due opere urgenti: quelle del ponte sul Fella in comune di Amaro (2,5 milioni) e del viadotto Rio degli Uccelli a Pontebba (6 milioni). Nel primo caso si prevedono un anno per la progettazione e un altro anno per i lavori, nel secondo si partirà con la messa in sicurezza entro fine 2019 e parallelamente si avvierà la progettazione per la risistemazione di barriere, giunti, copriferri e armature.
Nella “Pianificazione” ci sono poi 12 priorità A (il limite massimo di iniziativa è di 18 mesi). Nella Venezia Giulia si tratta della ristrutturazione del sovrappasso del raccordo autostradale Ra 13 tra la Costiera e Sistiana (750.000 euro), dei lavori sul ponte sull’Isonzo nel territorio di Pieris (4,5 milioni per opere protettive, pavimentazioni, giunti e ripristino dei calcestruzzi deteriorati) e del consolidamento del muro d’ala spalla lato Venezia sulla statale 14 in comune di San Canzian d’Isonzo (200.000 euro).
Le altre priorità A sono state individuate in particolare in Alto Friuli, con i maggiori problemi a Rigolato, dove vanno risistemati in ponti in entrate e in uscita dal paese. Il resto è un insieme di priorità medio-alte (21) e medio-basse (4), con Pizzimenti attento a evitare allarmismi: «In vari casi siamo agli studi preliminari, anticamera dell’avvio lavori. Le risorse? I 51 milioni del piano sono tanti ma di volta in volta, a seconda delle priorità, interverremo. In Finanziaria? Per la viabilità, sommando tutti i capitoli, conto di poter disporre di 12,5 milioni». Coperta corta tenendo conto che si tratta di controllare pure le ex strade provinciali, altri 2.200 chilometri sempre a carico di Fvg Strade.
Anche su questo fronte non vengono segnalate situazioni di pericolo in condizioni normali ma, come ha dimostrato la tempesta Vaia dell’ottobre 2018 (quando fu distrutto il ponte di San Martino a Ovaro, ricostruito in un anno e inaugurato un paio di settimane fa), di fronte a un’alluvione le conseguenze non sono mai prevedibili.
Al momento i guai, dal Carso al Pordenonese, sono legati a fenomeni di allagamento e pure a qualche caduta massi, per quanto non di notevole entità, che mettono a rischio, tra l’altro, anche la ciclopedonale triestina Cottur.
Fvg Strade, per le ex strade provinciali, si vede anche finanziare le asfaltature (una decina di milioni di euro negli anni “fortunati”), ma servirebbe un’altra trentina di milioni per le manutenzioni straordinarie. Quelle che consentono di rimettere a nuovo manufatti altrimenti pericolosi per la popolazione. È accaduto per il ponte di Moggio dopo l’alluvione del 2003 e più recentemente per il ponte di Sauris. I lavori in atto, quando necessario, sui giunti, consentono comunque di prevenire le emergenze. —