TRIESTE Da un lato un’ulteriore stretta sulle spese per il personale, con il taglio che passa dall’uno all’1,4 per cento. Dall’alto la mobilità interna alle Aziende che, da volontaria, potrebbe anche diventare obbligatoria. Sono due tra le novità più rilevanti, e più contestate, contenute all’interno delle “Linee annuali per la gestione del servizio sanitario e sociosanitario regionale 2020” della Regione, il documento che fissa per le Aziende sanitarie gli obiettivi da raggiungere per l’anno successivo e indica la strada da percorrere per centrare i risultati, sia dal punto di vista organizzativo sia da quello economico.
Il Friuli Venezia Giulia, insieme alle altre “speciali”, non ha potuto beneficiare della correzione di rotta. E in questi giorni potrebbe arrivare pure un’ulteriore beffa dal “Patto per la salute”, attualmente è in fase di sottoscrizione tra le Regioni e i ministeri dell’Economia e della Salute. In base a quel patto nel triennio 2020-2022 la spesa per il personale potrà essere aumentata dal cinque al dieci per cento. A questo, ma sempre e solo per le Regioni ordinarie, potrebbe aggiungersi l’ipotesi di un ulteriore aumento sino al 15 per cento nel caso in cui un tavolo tecnico valutasse la necessità di aggiungere personale per garantire i Livelli essenziali di assistenza. Il Friuli Venezia Giulia ha già presentato nei mesi scorsi il ricorso alla Corte costituzionale, ma nell’attesa della sentenza è costretta ad applicare la norma che impone un taglio di risorse. Taglio che potrebbe avere effetti molto gravi come denunciano i sindacati (vedi servizio a fianco).
A causa di questo vincolo i direttori dovranno completare la manovra del personale senza poter assumere, e dovranno quindi ricorrere alla mobilità interna. Si parla in prima battuta di mobilità su base volontaria, ma in caso di necessità i trasferimenti potrebbero diventare obbligatoria. Una partita che probabilmente non sarà gestita dagli attuali commissari, bensì dai futuri direttori che verranno nominati entro fine anno. Oggi alla guida di AsuiTs e della Ass 2 c'è Antonio Poggiana che sta completando la divisione tra Isontino e Bassa Friulana (realtà, quest’ultima ,che confluirà nella AsuFc, Azienda sanitaria del Friuli Centrale con competenze anche su Udine e Slto Friuli) e il nuovo matrimonio con Trieste. E non è escluso che Poggiana possa essere indicato alla guida della nuova realtà della Venezia Giulia Asugi.
A livello di risorse le linee guida prevedono 2,2 miliardi di riparti per le Aziende di cui 715 milioni per l’Asugi, 955 milioni per l’AsuFc (appunto l’azienda di riferimento del Friuli), 500 milioni di euro per l’AsFo con competenze du Friuli occidentale, quindi il pordenonese. Previsti poi 27 e 21,6 milioni rispettivamente per Burlo e Cro e infine poco meno di 18 milioni per l’Arcs, l’Azienda zero. Tra gli obiettivi, ai direttori, anche la richiesta di uno sforzo aggiuntivo per ridurre la spesa farmaceutica attraverso una maggior appropriatezza prescrittiva.
Per quanto riguarda l’assetto organizzativo un capitolo è dedicato all’assistenza territoriale con i Distretti che dovranno mappare la popolazione di riferimento per avere il quadro reale della situazione di ogni singolo territorio. L’assistenza primaria viene confermata con l’organizzazione basata sulle medicine di gruppo integrate con una presenza sul territorio forte dei medici di medicina generale e i medici di continuità assistenziale che entrano a far parte di queste logiche organizzative. Una particolare attenzione, infine, sarà rivolta ai progetti di apertura dei reparti di Terapia intensiva e semi-intensiva ai care giver. —