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I giocatori di colore dell’Alabarda calcio insultati a Lestizza

Offese a sfondo razziale durante la gara di Terza categoria Il giudice sportivo squalifica il campo. I dirigenti si scusano

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TRIESTE Offese a sfondo razziale vomitate sul campo attraverso un megafono. Una follia esplosa, in tutta la sua ignoranza allo stadio Comunale di Galleriano, frazione di poco più di 600 anime del comune di Lestizza, provincia di Udine. Stadio che, sabato scorso è stato infangato dall’inciviltà di pseudo tifosi che (animati dai fumi dell’alcol, secondo alcuni testimoni), da dietro la rete di recinzione del terreno di gioco hanno ripetutamente inveito contro alcuni giocatori di colore della squadra avversaria, la triestina Alabarda Calcio. Un episodio, quello verificatosi nel corso dell’anticipo dell’ottava giornata del girone B di Terza categoria (terminato sul 4-0 per i locali), puntualmente finito sul referto dell’arbitro, sulla base del quale il giudice sportivo ha poi fatto scattare la sanzione, pesante, nei confronti della Polisportiva Comunale Lestizza, società ospitante: obbligo di disputare a porte chiuse il prossimo incontro casalingo (quello in programma domenica 1 dicembre, contro la Blessanese).

«Perché – si legge nel provvedimento – durante tutta la gara alcuni tifosi della società Comunale Lestizza, dei quali uno dotato di megafono, insultavano pesantemente i calciatori della squadra avversaria Alabarda Calcio in relazione alle loro capacità tecnico calcistiche. Oltre a questo, gli insulti erano anche chiaramente a sfondo razziale, in quanto la società ospite aveva schierato sul terreno di gioco calciatori di colore». «Un episodio, personalmente, devastante se consideriamo che tutto è successo nell’ambito di una partita di calcio, quando lo sport dovrebbe essere, come per noi lo è sempre stato, un momento di amicizia e di condivisione di valori sani - ha commentato il presidente del club friulano, Luigi Contento -. Non ero presente sabato, ma sono stato subito informato e ieri sera (mercoledì, ndr) abbiamo riunito il consiglio direttivo. La decisione è stata unanime: come società, ovviamente, non presenteremo alcun ricorso contro la sentenza, perché sarebbe come negare l’accaduto.

La Polisportiva Comunale Lestizza, invece, ha il dovere di condannare simili comportamenti (peraltro partiti da persone non tesserate con noi), dai quali prendiamo categoricamente le distanze: questo è il segnale che possiamo dare come uomini di sport. Anzi, come uomini».

Una vergogna dalla quale il Lestizza si era discostato da subito. «Già a fine partita – prosegue Contento – il nostro vicepresidente Maurizio Gallo aveva presentato le scuse al loro allenatore. Giocatori e dirigenti hanno capito. Abbiamo poi presentato le scuse ufficiali anche al presidente dell’Alabarda, che le ha accettate. Certi episodi nulla hanno a che vedere con le due società. E nemmeno con il calcio». —

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