Stabili le condizioni del migrante ferito dalla polizia croata
L’agente che ha esploso il colpo sostiene di aver voluto sparare in aria per avvertimento ma è scivolato colpendo l’uomo

FIUME Avrebbe tentato di fermare quel gruppo di migranti che, calata l’oscurità, stava avanzando in direzione della Slovenia. Quindi avrebbe voluto sparare un colpo di avvertimento in aria con la sua pistola d’ordinanza, ma sarebbe scivolato, facendo fuoco ad altezza d’uomo colpendo il clandestino alla cassa toracica e al ventre. È questa la versione, ancora ufficiosa, dell’incidente che nel tardo pomeriggio di sabato è avvenuto sul Gorski kotar, nell’entroterra di Fiume (a circa 25 chilometri dal capoluogo quarnerino), dove un agente di polizia ha gravemente ferito un cittadino straniero, ora ricoverato in condizioni critiche al Centro clinico–ospedaliero fiumano.
L’uomo è stato operato d’urgenza, con i medici che hanno preferito non sciogliere la prognosi, rilevando che il migrante si trova in pericolo di vita. Le sue condizioni sono comunque stabili. Le indagini, ordinate dal ministro croato dell’Interno, Davor Božinović, si sono concluse alle 17 di ieri e naturalmente hanno riguardato l’area dell’accaduto, nelle vicinanze del monte Tuhobić, su un terreno quasi impraticabile, a circa 5 chilometri dalla prima strada. Nulla è dato sapere ancora su eventuali responsabilità, tipo eccesso di legittima difesa, ma sono emersi alcuni importanti dettagli. I clandestini non erano armati e avevano l’intenzione – arrivati dalla Bosnia-Erzegovina – di attraversare il territorio alle spalle di Fiume, per poi varcare nuovamente il confine e raggiungere la Slovenia. Inoltre il ferito è stato trasportato a braccia per 3 chilometri dallo stesso poliziotto che ha fatto partire il colpo e da un suo collega. L’agente che ha sparato, è quanto fatto sapere dal Sindacato nazionale della Polizia, ha salvato di recente un migrante che, quasi assiderato, stava cercando di superare la frontiera croato–slovena.
Lo stesso sindacato ha rilevato nel comunicato diffuso ieri mattina che i poliziotti si stanno adoperando al massimo per tutelare i confini della Croazia in un momento in cui un crescente numero di migranti cerca di stabilirsi nei Paesi dell’Europa occidentale. «L’operato dei nostri agenti – si legge nel comunicato – è inteso a rispettare gli obblighi assunti dalla Croazia nell’entrare a far parte dell’Unione europea». Feroci invece le critiche lanciate all’indirizzo della polizia croata dal Centro Studi per la Pace, che ha parlato di inammissibile utilizzo di armi da fuoco contro persone inermi, incidente che va a ripetere il ferimento a colpi di pistola di bambini profughi, verificatosi in Croazia nel maggio dell’anno scorso. —
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