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«L’affanno delle fabbriche rischia di sfuggire di mano La città ora alzi la guardia»

Monito lanciato a San Giacomo da Serracchiani. E il segretario della Cgil Piga rilancia: «Si punti su intermodalità portuale e manifatturiero»

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Il rischio di una deindustrializzazione che sfugge di mano a Regione e Comune. Di questo si è parlato ieri sera al circolo Acli di San Giacomo in un incontro pubblico con Michele Piga, segretario provinciale Cgil, e Debora Serracchiani, parlamentare Pd e capogruppo in commissione Lavoro alla Camera. Attualmente l’industria a Trieste produce poco meno del 10% del Pil e la crisi sta toccando vari settori, dalla cantieristica all’agroalimentare. «Senza ombra di dubbio, se mai c’è stato, è terminato il “momento magico”. Stiamo vivendo una fase critica perché vengono al pettine i nodi di un’industria che non sempre ha saputo riqualificarsi o trovare sviluppi alternativi», ha esordito Serracchiani. «Si cerca di intervenire solo quando il problema è nella fase patologica in un tavolo di crisi – ha proseguito -. Invece ci piacerebbe pensare a soluzioni che prevengano le crisi, le quali non nascono improvvise ma vengono da lontano e possono essere accompagnate».

A questo proposito, l’ex presidente della Regione ha ricordato che nel periodo più nero in termini di occupazione, cioè nel 2015, la sua giunta aveva cercato di prevenire certe crisi accompagnandole con politiche industriali che venissero dal territorio, spingendo le aziende anche con fondi pubblici e il supporto dei rappresentati delle parti sociali. Così, ha rivendicato Serracchiani, era stato possibile rilanciare l’Electrolux e creare 700 posti di lavoro alla Ferriera. «Oggi per una scelta politica noi siamo nell’unico tavolo di crisi al Mise dove invece di tenere aperta un’azienda la si vuole chiudere - ha poi commentato riferendosi sempre alla Ferriera -. Credo che la città debba risvegliarsi e prendere parte perché non deve essere solo questione di scegliere tra salute, ambiente e lavoro. La vera sfida è quella di farle coesistere, altrimenti ci dicano dove vogliono andare e qual è l’obiettivo che si sono dati in termini di transizione industriale».

Successivamente ha preso la parola il segretario della Cgil, Michele Piga, secondo cui non ci si trova difronte a una tempesta perfetta ma bensì ad una crisi ormai strutturale, che è dipesa da una cattiva gestione delle aziende, uno scarso legame con il territorio e dei servizi all'impresa che hanno bisogno di essere migliorati.

Piga ha poi spiegato che sono necessarie delle azioni su due piani diversi: «È evidente che le politiche industriali possono essere risolte a livello locale solo se si trova una sintesi nazionale che non metta in contrapposizione i territori». «La nostra proposta è che si continui a sviluppare l’intermodalità del porto - ha aggiunto -, ma non avendo noi un entroterra che possa dare materie prima dobbiamo creare un nuovo manifatturiero per trasformare le merci che arrivano nel porto».

In conclusione, Piga ha annunciato che il 15 novembre si terrà una manifestazione dei sindacati in piazza Unità dalle 17 alle 19 coi lavoratori delle industrie in crisi. —



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