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Aggressione a due controllori sul bus a Trieste: patteggia dieci mesi

Il duplice episodio nel marzo scorso. L’uomo, 59 anni, aveva reagito con violenza davanti alla richiesta di esibire il biglietto

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TRIESTE. «Buongiorno, biglietto prego...». Pochi istanti dopo e il controllore, una donna, si è trovata improvvisamente a terra. E così anche il collega che la affiancava. Sono trascorsi quasi otto mesi dall’aggressione avvenuta a bordo della linea 37. Erano le 8.30 del 12 marzo. E ora arriva il conto della giustizia: il cinquantanovenne Stefano Massimiliano Pastori, finito sotto indagine per quella sua reazione così violenta, ieri ha patteggiato davanti al gup Massimo Tomassini una condanna di 10 mesi (pena sospesa). Il fascicolo era stato aperto dal pubblico ministero Chiara De Grassi.

I due dipendenti della Trieste Trasporti, difesi dagli avvocati Alberto Polacco e Andrea Polacco, si sono costituiti parte civile. Un gesto tanto assurdo quanto inaspettato, quello del cinquantanovenne. Dinnanzi alla semplice richiesta di esibire il titolo di viaggio – che evidentemente non possedeva – Pastori si è prima rifiutato di fornire le proprie generalità, poi ha sferrato uno spintone al primo dei due controllori che aveva a tiro, una donna appunto.

La dipendente di Tt ha perso l’equilibrio ed è caduta sul pavimento del veicolo facendosi male. Il cinquantanovenne si è quindi dato alla fuga riuscendo a salire sulla linea 48 che stava sopraggiungendo in quel momento. Poi, quando si è trovato dinnanzi a sé l’altro controllore – un uomo – Pastori si è scagliato pure contro di lui, facendolo rovinare all’esterno del mezzo, sul marciapiede.

Nell’udienza di ieri in Tribunale, l’imputato non ha dovuto rispondere soltanto dell’aggressione nei confronti dei due dipendenti della Trieste Trasporti, ma anche di abbandono di minore visto che, scappando, aveva lasciato da sola sull’autobus la figlia che l’accompagnava.

 

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