In alcuni testi inediti la storia di Strassoldo

. Si chiama “Conoscere Strassoldo. Uno dei Borghi più belli d’Italia” ed è un volume che l’associazione Cervignano Nostra ha realizzato con il patrocinio e il sostegno del Comune. L’opera, dedicata a Fausta Mancini Lapenna, prima presidentessa della Pro loco “Amici di Strassoldo”, comprende alcuni importanti saggi e un ricco apparato fotografico di Igino Durisotti.
La presentazione, in programma mercoledì 30 ottobre, alle 18. 30, nella sala del corpo di guardia del castello di sotto, a Strassoldo. Il libro è a cura di Antonio Rossetti e Michele Tomaselli. «Questa ricerca – spiega Rossetti – mi ha portato a individuare i più antichi documenti originali riguardanti il castello e la famiglia signorile, sconosciuti alla storiografia locale. Si tratta di alcuni atti notarili nei quali compare come procuratore il nobile Lodovico. Nel primo, datato 4 novembre 1208, Lodovico è definito di Straso. Si tratta della prima attestazione certa del toponimo, qui come predicato nobiliare. In un altro atto del 27 dicembre 1211, invece, compare la prima citazione originale di Strassoldo in quanto castello e località. Siamo così sicuri, per la prima volta, non solo che il castello esisteva già nei primi anni del Duecento ma anche, sia pure indirettamente, che doveva essere di notevole dimensione e ben strutturato, con fossato, mura, cortili ed edifici interni». Gli atti notarili si trovano in un cartolario denominato Codex Wangianus, edito a Vienna nel 1852, al quale Vincenzo Joppi aveva attinto per pubblicare, nel 1879, un libretto sull’argomento per le nozze Braida-Strassoldo. «Joppi dimostra – precisa Rossetti – di non conoscere tutti i documenti relativi a Strassoldo e tralascia, infatti, quelli più interessanti. Verosimilmente Joppi ebbe informazioni parziali perché alla biblioteca civica di Udine non è presente alcuna copia del Codex Wangianus. La notizia è stata ripresa, in modo più ampio e documentato, nel volume». —
I commenti dei lettori