«I coloranti erano leciti» Ristoratori indiani assolti
Assolti perché «il fatto non sussiste» due ristoratori indiani inquisiti nei mesi scorsi per frode alimentare e, secondo l’accusa, per l’utilizzo di alcuni coloranti illeciti nelle pietanze servite ai clienti. E di cui non c’era alcuna indicazione nei menù.
Si tratta del titolare del “Krisnha” di via Brunner, il quarantatreenne Singh Baldev, e del cinquantanovenne Lal Harbans, titolare dello “Yoga” di via Corridoni.
Gli accertamenti all’interno dei locali erano stati avviati dagli ispettori dall’Azienda sanitaria specializzati nel settore. Gli operatori, secondo gli esiti emersi dai controlli, avevano riscontrato varie inadeguatezze sotto il profilo delle leggi in materia di igiene nella produzione e nella vendita degli alimenti destinati al pubblico.
L’indagine era stata diretta dal pm Federico Frezza. Ma le ipotesi accusatorie non sono state confermate nel corso del processo. I due gestori sono stati giudicati con il rito abbreviato.
«Ho evidenziato il fatto che tutti i prodotti utilizzati nelle cucine dei due ristoranti erano prodotti consentiti dalle norme in materia e regolarmente acquistati», spiega il legale dei due indagati, l’avvocato William Crivellari.
Il giudice ha assolto entrambi i ristoratori perché, come detto, il fatto non sussiste. «I miei assistiti – rileva Crivellari – non hanno quindi commesso alcun illecito: nella preparazione dei cibi hanno rispettato tutte le norme vigenti in materia». —
G.S.
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