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«Dai porti del Nord molte imprese pronte a investire su Portorosega»

Il presidente dell’Autorità di sistema D’Agostino conferma l’interesse perché Amburgo ha i canali ormai insabbiati

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Il nodo dell’approfondimento del canale di accesso del Porto di Monfalcone è “poca cosa” rispetto alla situazione critica che stanno vivendo i porti del Nord. «L’emergenza climatica influirà pesantemente sullo sviluppo della portualità, i porti del Nord hanno subito danni molto gravi a causa delle variazioni del clima e dei fenomeni atmosferici estremi. Le mareggiate hanno intasato i canali che conducono nel cuore dei porti, solo Amburgo è situato a 100 chilometri del mare, i fondali si sono rialzati e l’accesso ormai è totalmente condizionato dalle maree». Una prospettiva sconosciuta ai meno esperti quella tracciata dal presidente dell’Autorità di sistema del mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino, che venerdì sera dallo stand del Comune di Monfalcone, nel cuore del villaggio della Barcolana, in un incontro organizzato dal sindaco Anna Cisint sulle prospettive di Portorosega in vista dell’ingresso a fine anno nell’Autorità di sistema e i possibili sviluppi con la vicinanza del porto franco triestino. E il presidente D’Agostino ha confermato che ci sono interessi per investire sul porto di Monfalcone e arrivano proprio dai porti del Nord.

«Qualcuno, parliamo di imprese e operatori portuali, vuole investire a Monfalcone – ha dichiarato – l’Adriatico è diventato un mare importantissimo. Il cambiamento climatico sta togliendo competitività agli scali del Nord, gli interessi e gli investimenti si stanno spostando dalle nostre parti ed è arrivato il momento di cogliere queste opportunità facendo gioco di squadra».

Un concetto concreto, presente e già operativo per quanto riguarda la futura Autorità di sistema come ha dimostrato la presenza di soggetti all’incontro che si è svolto a Trieste dove il sindaco Cisint ha fatto da coordinatore e moderatore ponendo questioni ma anche dando spunti e stimoli per discutere. Una serata densa alla quale oltre al vicesindaco Paolo Polidori era presente anche il presidente della Camera di commercio della Venezia Giulia, Antonio Paoletti. «Trieste e Monfalcone sono ormai insieme – ha detto il presidente dell’Autorità di sistema – presto entrerà anche Porto Nogaro con cui sto già ragionando. Tre porti, quattro interporti come Fernetti, l’area della Wartsila, Cervignano e la Sdag. Le infrastrutture per decollare ci sono tutte, non ne servono delle nuove: dobbiamo lavorare assieme e valorizzare quelle esistenti. Se si costruirà qualcosa di nuovo lo si farà solo con i soldi provati. Dove funziona il pubblico i privati vengono e mettono i soldi, questo dovrà accadere per il Fvg». Una visione chiara e strategica quella di D’Agostino sposata anche dal presidente Paoletti. «L’Autorità di sistema aveva bisogno di spazi di sviluppo e Monfalcone era un territorio dove crescere, per questo come Azienda speciale abbiamo fatto un passo indietro e ceduto i terreni – ha spiegato – perché il soggetto giusto era l’Autorità di sistema che sta portando avanti un lavoro enorme. C’è un’aria nuova di sintonia tra istituzioni, Regione, Comune, Camera di Commercio e Autorità di sistema che ci porterà a realizzare un progetto di aggregazione del polo logistico portuale del Fvg conTrieste faro della logistica. Noi con tutto il sistema di imprese daremo il nostro supporto e la spinta per lo sviluppo». Il vicesindaco Polidori si è soffermato in particolare sulle funzioni e le peculiarità inespresse ancora del porto franco di Trieste, ma è toccato al sindaco Cisint chiudere le file della discussione presentando quello che dovrà essere il futuro anche per il porto di Monfalcone.

«Abbiamo partecipato a un progetto con gli altri maggiori porti europei e in particolare con quello di Amburgo dove abbiamo fatto visita – ha spiegato – questa idea, Smooth Port ha vinto un finanziamento Ue per lo sviluppo green e l’innovazione. E siamo stati anche a Bruxelles a presentare tutte le potenzialità di uno sviluppo che farà diventare competitivo Portorosega con le politiche di riduzione della Co2, dallo snellimento delle procedure doganali fino a quelle logistiche e portuali». –



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