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Austria, è il trionfo di Kurz: tracollo per l’ultradestra

Popolari al 37%, Fpö giù del 10%. Boom dei Verdi: entrano in Parlamento. Ipotesi di coalizione Övp-ecologisti che sta già funzionando in cinque Länder

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VIENNA In Austria trionfano i popolari e crolla l’ultradestra. Se l’ombra sovranista rappresentava finora un rebus e una minaccia, ieri gli elettori ne hanno fatto piazza pulita. L’Fpö, il partito dell’ex vicecancelliere Heinz-Christian Strache coinvolto nell’Ibizagate, ha perso quasi il 10%, scendendo al 16,1.

L’Övp, al contrario, ha ottenuto un successo che è andato al di là delle sue speranze (e dei sondaggi): 37,1% (+5,7). Da ieri la mappa elettorale dell’Austria, apparsa sugli schermi televisivi, è quasi interamente turchese (il colore dell’Övp), con qualche rara chiazza rossa (delle zone rimaste socialdemocratiche).

Mancano ancora i voti spediti per posta (che questa volta hanno raggiunto il record del 20% e che saranno scrutinati tra oggi e giovedì), ma lo scenario non dovrebbe subire modifiche sostanziali Il successo dell’Övp è anche un successo personale del giovane ex cancelliere Sebastian Kurz, che ora potrà condurre da una posizione di forza le trattative per la formare il nuovo governo. Con chi? L’enfant prodige della politica austriaca si è guardato bene dall’anticiparlo: «Avvieremo colloqui con tutte le forze politiche presenti nel Parlamento», ha detto sibillino.

Gli altri vincitori di ieri sono i Verdi. Alle elezioni nel 2017 non erano riusciti nemmeno a entrare nel Parlamento, non avendo superato la soglia del 4%. Questa volta, invece, hanno conquistato il 14%. Ha certamente contribuito al loro successo la discussione sul clima: i nubifragi devastanti di ottobre, la scomparsa dei ghiacciai sui Tauri, il fattore Greta hanno avuto la loro parte. Ma ha contribuito anche la crisi dell’Spö, che ha visto molti dei suoi elettori votare questa volta per i Verdi.

L’Spö è il secondo grande sconfitto. Il 21,7 ottenuto (-5,1%) è il peggior risultato del dopoguerra. Ed è probabile che nei prossimi giorni cadano alcune teste, a cominciare da quella della segretaria Pamela Rendi-Wagner. Una resa dei conti analoga è prevedibile anche nell’Fpö, i cui vertici erano già stati convocati per martedì, per espellere Strache, principale responsabile del tracollo. Ma forse non sarà lui soltanto a doversene andare.

In una situazione ancora magmatica ogni ipotesi sulla composizione del nuovo governo appare azzardata, anche se ieri a Vienna molti commentatori davano per possibile una coalizione Övp-Verdi, che già funziona bene in cinque Länder. A Innsbruck c’è addirittura un sindaco verde. Ai Verdi potrebbero eventualmente aggiungersi i Neos, piccola formazione liberale-conservatrice in costante crescita (ieri ha ottenuto il 7,8%, +2,5). È tuttavia probabile che le scelte vengano rinviate per ragioni tattiche: tra due settimane si vota nel Vorarlberg, tra otto in Stiria. Il governo nascerà quindi, a novembre o forse più tardi. —


 

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