TRIESTE Delle due, l’una. O i consiglieri dovranno portarsi il sacco a pelo in piazza Oberdan pronti a passarci giorni e notti per i prossimi tre mesi. O l’ambizioso piano della giunta dovrà rinunciare a qualche tassello. Servirà infatti un mare più liscio dell’olio per condurre in porto entro dicembre le ben quindici leggi messe in calendario in questi giorni dalla maggioranza, tanto più che a una serie di norme di piccolo cabotaggio si affiancheranno tutte le principali riforme della legislatura (sanità, enti locali e impresa), due leggi di bilancio (assestamento e stabilità) e due norme potenzialmente esplosive sul piano dei rapporti politici interni ed esterni alla maggioranza, come quella relativa al referendum leghista per il maggioritario e quella riguardante l’immigrazione, annunciata dal presidente Massimiliano Fedriga sull’onda della rabbia per la caduta del governo gialloverde.
Il primo vero piatto forte dell’autunno caldo del centrodestra sarà servito in commissione a fine ottobre, quando comincerà la discussione sulla seconda parte della riforma sanitaria. L’assessore Riccardo Riccardi gira come una trottola il Fvg incontrando medici, sindaci e associazioni: sa d’altronde molto bene che si stanno per toccare i nervi più scoperti, perché pronto soccorso, liste d’attesa, punti nascita, riordino degli ospedali minori sono elementi che mettono a dura prova i rapporti con le comunità locali, come si è appena visto con la chiusura del punto nascita di Palmanova. Al momento Riccardi resta coperto, ma ad ogni incontro sottolinea l’importanza della sanità territoriale, mentre è da tempo nota la volontà di rafforzare il privato accreditato per ridurre le liste d’attesa e la fuga dei pazienti dalla regione.
Dalla sanità si passerà all’economia. L’assessore Sergio Bini sta covando il ddl SviluppoImpresa, che intende mettere sul tavolo a novembre, dopo aver terminato a sua volta i confronti con aziende, categorie economiche e sindacati. Dei contenuti si sa ancora poco, ma l’assessore intende riformare l’accesso al credito, rivedere le funzioni di Friulia, Finest e Fondo di rotazione, mettere mano al welfare aziendale, incentivare la sostenibilità ambientale e creare un tavolo permanente sulle crisi aziendali.
Per fine anno è attesa poi la riforma degli enti locali, che sta prendendo forma attraverso il ritorno alle quattro Province e l’introduzione di forme di associazione volontaria fra i Comuni attraverso i nuovi enti d’area vasta. L’elaborazione pareva andare a rilento, ma la giunta ha optato per accelerare con la volontà di portare in Consiglio il testo prima della legge di stabilità, che chiuderà l’anno con la consueta maratona a suon di votazioni notturne. Difficile tuttavia che due disegni di legge di simile entità possano trovare spazio in un mese soltanto, tanto più che Fedriga vuole portare ad approvazione anche una norma dedicata ai migranti. Quest’ultima è stata annunciata nei giorni del crollo del governo gialloverde e vedrà la Regione guidata dal Carroccio legiferare soprattutto su questioni inerenti la sicurezza, essendo l’immigrazione di competenza dello Stato.
Ma non è finita qui. Perché i lavori per approvare le leggi di maggior calibro saranno ingolfati dalla calendarizzazione di numerose altre norme, alcune di minor respiro e altre potenzialmente di forte impatto, almeno a giudicare dai titoli. La calendarizzazione varata dalla conferenza dei capigruppo parla infatti di prevenzione delle infezioni ospedaliere, pet therapy, semplificazione burocratica, antincendio, minoranze linguistiche, contratti pubblici, portualità, sicurezza stradale e politiche abitative. —