Trieste, padre finisce a processo per abusi su una bimba di 10 anni
Un 54enne a giudizio con l’accusa di violenza sessuale ai danni della figlia. Indagini innescate dalla denuncia della moglie. La coppia è in fase di separazione

TRIESTE Quasi un anno di abusi che si sarebbero consumati nel silenzio, tra le mura di casa. La vittima delle violenze sessuali – al momento soltanto presunte – è una bambina, che all’epoca dei fatti oggetto dell’indagine aveva dieci anni.
Il carnefice non sarebbe un estraneo, ma proprio il padre: avrebbe sottoposto la figlia a giochi ambigui e ad altri abominevoli atti, qui irripetibili, facendo maturare nella piccola una «sessualizzazione» pericolosamente prematura.
L’uomo, un cinquantaquattrenne triestino, ieri è stato rinviato a giudizio dal gup Luigi Dainotti. Andrà a processo.
Sul caso ha indagato il pubblico ministero Maddalena Chergia, che in prima battuta – probabilmente per mancanza di prove sufficientemente solide per arrivare a un’incriminazione – aveva chiesto l’archiviazione.
Ma poi il gip Laura Barresi, che evidentemente ha ravvisato elementi di possibile responsabilità penale a carico dell’indagato, ha imposto l’imputazione coatta.
Il gup Dainotti, nell’udienza preliminare di ieri in Tribunale, ha poi deciso per il rinvio a giudizio. Sarà quindi un processo a chiarire la vicenda.
La denuncia è partita dalla madre della bambina, durante la fase di separazione tra i due coniugi (non ancora conclusa) e in un contesto di pesante conflittualità nella coppia.
È stata dunque la mamma ad accorgersi delle ripetute «attenzioni» che il marito avrebbe riservato alla figlioletta in casa quando i due erano seduti vicini sul divano o in altri contesti domestici.
Il «solletico», ha riferito la donna nella denuncia, spesso sfociava in altro: palpeggiamenti nelle zone intime.
A un certo punto la bimba ha cominciato a «disegnare peni» e a girare per la casa nuda. O a «esibirsi» svestita davanti al padre. Di qui i sospetti – e le forti preoccupazioni – della mamma.
Tutto ciò sarebbe avvenuto per mesi e mesi, dal settembre del 2016 al luglio del 2017.
Un giorno la madre ha sorpreso il marito con la bambina accanto che si masturbava. Circostanza, questa, che non sarebbe stata smentita nemmeno dall’uomo durante gli interrogatori.
La minorenne è stata sentita in sede di incidente probatorio. Davanti al gip e allo psicologo avrebbe confermato gli abusi, aggiungendo – così pare – anche altri particolari sulle «attenzioni» subite dal papà.
È stata raccolta pure la testimonianza della sorella più grande.
Il cinquantaquattrenne triestino è difeso da due legali di fiducia: l’avvocato Mariapia Maier del Foro di Trieste e il professor Guglielmo Gulotta, avvocato, psicologo, psicoterapeuta, già ordinario di Psicologia Giuridica all’Università di Torino. È ritenuto uno dei massimi esperti per questo genere di casi.
La madre, che si è invece affidata all’avvocato Roberta Rustia (Foro di Trieste), si è costituita parte civile per conto della figlia minore.
L’imputato comparirà in aula a dicembre per l’inizio del processo davanti al tribunale collegiale. —
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