BRUXELLES I Paesi balcanici ancora fuori dall’Unione europea, ma lanciati verso una più o meno remota adesione, hanno imboccato una strada sbagliata. È quella che prevede di rivolgersi, cappello in mano, alla Cina alla ricerca di prestiti solo all’apparenza “facili”, ma che potrebbero in realtà rivelarsi controproducenti sul lungo periodo. E Bruxelles, preoccupata, ha tutta l’intenzione di lanciarsi in un «dialogo» che convinca soprattutto Belgrado, Podgorica, ma anche Sarajevo e Skopje, a invertire la rotta.
La Commissione Ue boccia i prestiti del governo cinese ai Paesi ex jugoslavi

Il monito: rivolgersi a Pechino piuttosto che a Bruxelles può portare a un livello di indebitamento pericoloso