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Rigassificatore di Veglia, partiti i lavori. Tra un anno le prime forniture

Ma fino a quando l’impianto non sarà a regime opererà in perdita: Lng Croazia porterà il bilancio in pareggio imponendo un sovrapprezzo sulla bolletta

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FIUME. Procede a Castelmuschio, sull’isola di Veglia, la costruzione dell’impianto di rigassificazione per lo sbarco e la distribuzione del gas naturale liquefatto; le operazioni per ora sono concentrate nella parte a mare. Le ruspe stanno smantellando le banchine dell’ormai ex Dina Petrokemija che faranno posto all’ormeggio per la nave Floating Storage and Regasification Units (Fsru). Si tratta in effetti della nave cisterna Viking, acquistata tramite gara internazionale dalla società greca Golar, che sarà trasformata appunto in nave Fsru in uno dei cantieri di Shangai.

Non è ancora stato reso noto quando l’unità sarà consegnata. In ogni caso, prima che attracchi i lavori alla banchina ovviamente dovranno essere stati completati. Finora nel fondale marino sono stati conficcati 37 dei complessivi 160 pali sui quali poggerà il basamento della banchina. Nella licenzia edilizia al posto dei pali è prevista la collocazione di scatole in calcestruzzo riempite di pietre, ma il consorzio delle aziende appaltatrici ha optato per un'altra soluzione. E contro questa modifica le autorità locali, da sempre contrarie al rigassificatore contro la cui realizzazione hanno ingaggiato un’aspra battaglia, hanno sporto denuncia all’ispettorato di Stato. «È tutto regolare», ha però spiegato la direttrice della società Lng Croazia Barbara Dorić, aggiungendo che la licenza edilizia sarà opportunamente modificata prima che sia richiesto il permesso di agibilità. Le prime forniture di gas sono attese per il mese di ottobre dell’anno prossimo.


Il progetto del rigassificatore comporterà un investimento previsto in circa 230 milioni di euro, di cui 101 in arrivo a fondo perduto dall’Unione europea mentre altri 100 vengono assicurati dal bilancio dello Stato croato. Il resto sarà a carico dell’azienda elettrica di stato Hep e della società Plinacro. Le forniture di gas arriveranno via mare, tramite metaniere provenienti dall’area caspico-caucasica e dal Qatar. L’impianto di Castelmuschio potrebbe anche fungere da “centro distributivo” per un’ampia serie di utenze europee grazie a un gasdotto che, dal Quarnero, si inoltrerebbe verso il territorio sloveno e Trieste. Una diramazione verso nord, invece, sboccherebbe in territorio ungherese.

Ancora in tema di utenze, Barbara Dorić ha precisato che dei 2,6 miliardi di metri cubi di gas naturale che saranno resi disponibili con l’impianto, finora ne sono stati acquistati 520 milioni: per la precisione 400 dall’azienda elettrica di stato Hep e il resto dalla società petrolifera Ina. Quantitativi che porteranno in cassa circa 7 milioni di euro all’anno. Ma le spese annuali di funzionamento dell’impianto - ha spiegato la direttrice di Lng Croazia - «saranno di 13 milioni»: così «la differenza pari a sei milioni sarà coperta dai consumatori con un sovrapprezzo sulla bolletta». «Per pareggiare i conti - ha precisato - sarà necessario vendere 1,1 miliardi di metri cubi e a questo traguardo si arriverà qualora i partner ungheresi entrassero nella struttura proprietaria che gestirà il terminale con la quota del 25%». E sembra che a Budapest ci sia molto interesse. Comunque c’è ottimismo sul fatto che l’energia liberata dal gas naturale liquefatto, scaricato dalle metaniere e immagazzinato a –162 gradi Celsius, rappresenti l’input per l’avvio di attività industriali e economiche in genere da attuare con l’abbattimento dei costi energetici. —

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