In Porto vecchio a Trieste compare una montagna di masegni
Un tempo si trovavano tra il Magazzino 28 e il mare, ma ora erano d’ingombro al cantiere in piena attività per la costruzione del mega centro congressi
Benedetta Moro
TRIESTE Una montagna di masegni, impossibile da non notare anche dall’occhio più miope, ha invaso recentemente una parte dell’area doganale del Porto vecchio. All’altezza della curva che lambisce la zona in cui si trova l’ultima parte del Magazzino 26 e quella dei Magazzini 24 e 25, al di là della barriera metallica, sono state depositate delle antiche pietre arenarie che un tempo di trovavano tra il Magazzino 28 e il mare. Visto che erano d’ingombro al cantiere ora in piena attività per la costruzione del mega centro congressi, la società Trieste Convention Center, appaltatrice dell’opera assieme al Comune, ha optato per lo spostamento dell’esteso quantitativo dei blocchi, di proprietà del Municipio.
La montagna di masegni accatastati in Porto Vecchio a Trieste
I masegni in questione potrebbero in futuro servire forse alla ripavimentazione delle strade pubbliche del Porto vecchio. Oppure, chissà, magari a ricoprire le strade di alcune parti della città che ancora oggi devono essere sottoposte a una riqualificazione. Tra queste, via Trento, che dovrebbe essere pedonalizzata, oppure piazza Sant’Antonio.
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Il masegno, d’altronde, è di casa a Trieste ed è molto apprezzato. Tanto che per tutelarlo è nata pure un’associazione, il Comitato per la salvaguardia dell’Arredo urbano, molto sensibile al tema, formato da un gruppo di persone le quali, come si legge sul portale dell’ente, hanno focalizzato nel proprio Comune il problema della rimozione e della sostituzione delle lastre di pavimentazione di una larga parte del centro cittadino. Pavimentazione che addirittura lo scrittore Stendahl ha lodato nella prima metà dell’800 come esempio per tutta l’Europa e che, per il suo colore, ha assegnato al capoluogo giuliano la fama di “città bianca”. —
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