Il Bobolar di Staranzano sta per morire, spaccato in due e piagato dai funghi
Team di esperti al lavoro per alleviare le “sofferenze” del simbolo di Staranzano. Si sono arrampicati con i moschettoni per dare stabilità al fusto alto 14 metri

TRIESTE. Il Bobolar, l’albero simbolo di Staranzano, è malato e si teme per la sua sopravvivenza. Non è un buon momento per il secolare bagolaro (nome scientifico dell’albero, Celtis australis), pianta situata nel cuore del paese, in piazza Dante. Dopo il controllo annuale della pianta, la diagnosi non promette nulla di buono poiché gli esperti hanno rilevato che innanzitutto l’età si fa sentire e che all’interno si è sviluppato a dismisura il fungo Ganoderma adspersum, con tracce esterne visibili a occhio nudo e sparse come sfere di panna in più parti del tronco.
Una presenza scomoda, che provoca inesorabilmente la decomposizione del fusto, aggredisce i rami e li distacca e causa la morte delle cellule della corteccia. Guardando poi il tronco da vicino è visibile anche una pericolosa spaccatura centrale, di un paio di centimetri, che divide il Bobolar a metà. La corteccia, inoltre, essendo “morta” si sbriciola al tatto e non ha possibilità di rigenerarsi.
Sta morendo il Bobolar, l'albero simbolo di Staranzano
Al capezzale della pianta sono arrivati martedì scorso esperti botanici di arboricoltura guidati dal dottore forestale Paolo Pietrobon della Silvatica di Villorba, una ditta in provincia di Treviso che conosce bene la costituzione del Bobolar e da 13 anni si occupa della sua salute cercando di alleviare le sofferenze e di prolungare la sua esistenza prendendo determinate precauzioni. «Il compito che ci ha affidato il Comune è duplice – spiega Pietrobon – innanzitutto curare l’albero malato poiché è considerato un importante bene per la collettività e un simbolo del paese. Ma nello stesso tempo dobbiamo mettere in sicurezza la pianta in quanto una sua eventuale caduta potrebbe causare danni alle persone. Intanto oggi alleviamo le “sofferenze” di questo monumento importante sia per il paese che per tutta la Regione. Se dovesse essere un pericolo pubblico, come “estrema ratio” il Comune potrebbe anche decidere il suo abbattimento e sarebbe una tragedia per tutti». È certo che i sindaci di Staranzano hanno sempre temuto un simile, nefasto evento. «Noi – ancora Pietrobon – faremo tutto quanto è nelle nostre capacità affinché ciò non avvenga».
Per la stabilità della pianta è intervenuta una troupe formata da una squadra di esperti botanici con una tecnica nata negli Stati Uniti e denominata “tree-climbing” cioè arrampicata sull’albero, utilizzata da un po’ di tempo anche in Italia. Si sono arrampicati con le funi di sicurezza in cima alla pianta, creando dei percorsi di sostegno e sistemando dei moschettoni, proprio come un’arrampicata su montagna.
Nel primo intervento per non gravare con il peso, è stata effettuata una potatura studiata nei particolari con un alleggerimento della chioma in altezza e sui rami laterali cresciuti a dismisura nel periodo estivo. Poi, coordinati dal responsabile della squadra a terra, gli uomini hanno sistemato in diverse sezioni dell’albero nuove cinghie-tiranti sostituendole alle vecchie. Per proteggere le radici, inoltre, i rami potati sono stati cippati e sparsi ai piedi del Bobolar. Gli storici della Bisiacaria, in primis Sergio Cucut, sostengono che il Bobolar venne piantato in piazza Dante alla fine del secolo al 1875 da alcuni staranzanesi. La piantina era stata portata da Bistrigna. Oggi è alta poco più di 14 metri, il tronco ha un diametro di circa 134 cm e dunque un’età di circa 144 anni. —
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