A Trieste educazione civica alle materne per 4000 bambini
Sono 2500 alunni “comunali” e 1400 degli istituti privati. Il Municipio in moto per l’individuazione dei temi da insegnare e per la formazione del personale

TRIESTE «Gli alunni devono essere introdotti alla conoscenza dei contenuti della Carta costituzionale sia nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo, sia in quella del secondo ciclo, per sviluppare competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà».
Comma 1 dell’articolo 4 del disegno di legge, croccante di approvazione senatoriale (1° agosto), che introduce l’insegnamento scolastico dell’educazione civica. Era il segnale che Angela Brandi, assessore comunale all’Educazione, attendeva per varare una delle novità della prossima stagione 2019-20, inserendo anche nelle scuole dell’infanzia, cioè all’attenzione di bambini dai 3 ai 6 anni, rudimenti di civica educazione tali da essere metabolizzati da una fascia anagrafica molto fresca. A Trieste sono 2500 i piccoli frequentanti le materne comunali, interessati ad accrescere la propria civica consapevolezza, cui vanno aggiunti altri 1400 bambini degli istituti privati.
La Brandi, che crede a questa operazione e che si era spesa per raccogliere firme con i tavolini in piazza della Borsa sulla proposta di legge di iniziativa popolare, ha già allertato i coordinatori pedagogici, affinché si predisponga la formazione del personale e si individuino i temi su cui lavorare con i futuri elettori e contribuenti. I primi elementi di “cittadinanza responsabile” saranno inseriti nel Piano triennale di offerta formativa (Ptof), alle cui linee guida dovranno fare riferimento le 29 scuole d’infanzia triestine. L’assessore sta inoltre verificando con la struttura la possibilità di attivare finanziamenti regionali.
Già, ma cosa si può realisticamente insegnare ai piccini? La Brandi trova risposta all’articolo 3 del neo-approvato provvedimento legislativo, che elenca un vastissimo corredo tematico da dispiegare alla platea dei 2500: costituzione, istituzioni statali e comunitarie, storia della bandiera e dell’inno, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale, educazione ambientale, tutela delle produzioni agroalimentari, educazione alla legalità e al contrasto delle mafie, rispetto e valorizzazione del patrimonio culturale, protezione civile. Senza dimenticare educazione stradale, salute e benessere, volontariato e cittadinanza “attiva”. «Mi piacerebbe - commenta infine l’assessore - che contribuissimo a costruire un futuro nel quale non si parli solo di diritti ma anche di doveri, con senso di appartenenza alla comunità nazionale e territoriale».
Curiosità bipartisan: alla Camera il disegno di legge era stato firmato dai deputati Renzo Tondo, Sandra Savino, Debora Serracchiani, eletti in regione in schieramenti diversi. —
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