Croazia verso il voto si infiamma la corsa: torna in campo Grabar-Kitarović
La presidente in carica, favorita nei sondaggi, si ricandida Milanović lo sfidante più accreditato ma emergono altri nomi
Stefano Giantin
ZAGABRIA Mancano ancora mesi alle giornate clou: primo turno e ballottaggio saranno messi in agenda a fine dicembre o a gennaio del prossimo anno. Ma già si infiamma, in Croazia, la corsa per la poltrona di presidente della Repubblica. Carica alla quale ambisce a tutti gli effetti la sua attuale occupante, Kolinda Grabar-Kitarović, che ha sciolto ieri ogni riserva. E ha suggerito che correrà per mantenere il posto conquistato nel 2014. Lo ha fatto in occasione delle celebrazioni del Giorno della Vittoria e del Ringraziamento nazionale, quello in cui in Croazia si celebra l’Operazione Tempesta mentre a Belgrado si piangono i 200 mila serbi costretti ad abbandonare le proprie case nel 1995. «Sono qui oggi come presidentessa e nei prossimi cinque anni sarò qui tra di voi ancora come presidente», ha assicurato Grabar-Kitarović ai giornalisti che seguivano le cerimonie, senza soffermarsi oltre e salutando ai microfoni dopo aver lanciato la “bomba” del secondo mandato.
A orientare la leader croata nella scelta saranno stati sicuramente i sondaggi, che la indicano come favorita alle presidenziali. L’ultimo della serie, reso pubblico a fine luglio e realizzato dall’agenzia Ipsos Puls, dà infatti la presidente in carica in grande vantaggio (32,8% al primo turno) sullo sfidante più accreditato, l’ex premier socialdemocratico Zoran Milanović (23,8%), confermato già a giugno dal suo partito come il candidato su cui puntare. Se arrivasse al ballottaggio - come tutto indica - Grabar-Kitarović dovrebbe agevolmente vincere con un tranquillo 53% di preferenze, ha segnalato Ipsos Puls.
Ma se al ballottaggio il destino sembra per ora segnato, al primo turno potrebbero esserci sorprese. I sondaggi segnalano infatti anche che lo sfidante finale di Grabar-Kitarović potrebbe non essere Milanović bensì Miroslav Skoro, famoso cantante che gode del sostegno della destra sovranista e più nazionalista e di favori popolari crescenti: secondo Ipsos Puls è ora quotato al 20% al primo turno, anche se avrebbe scarse chance al ballottaggio nella sfida contro l’attuale presidente, entrata ieri nel mirino di Skoro, accusata di aver «politicizzato» le commemorazioni con i suoi annunci.
Ad apprezzare il passo di Kitarović invece il premier Andrej Plenković, che ha detto di sostenere «l’ambizione» della rappresentante dell’Hdz e di esser certo che si aggiudicherà «un’altra vittoria». Dopo lo scioglimento della riserva «ci sarà solo un altro passo, la vittoria», gli ha fatto eco il ministro degli Interni, Davor Bozinović. Affermazione che, a meno di sorprese, pare quasi scontata, visto che secondo le rilevazioni sono attese solo le briciole per gli sfidanti minori, da Daria Oresković (centrosinistra) al fondatore di Živi žid, il giovane populista Ivan Pernar, arrivando alla sorpresa Europee, Mislav Kolakusić.
Ma la lista dei cavalli in corsa si va allungando. Ad aggiungersi all’elenco, l’altro ieri è stato Dejan Kovac, giovane economista a Princeton. È «tempo che i politici che hanno creato problemi e hanno il solo interesse di mantenere lo status quo la smettano di venderci un passato migliore e di guardare al futuro», ha detto Kovac, riferendosi alle celebrazioni per Oluja. Ventiquattro anni dopo, ha aggiunto, bisogna dimostrare «patriottismo» con lavoro e competenza, più che con le chiacchiere. —
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