Reinotti: «Ormai siamo all’emergenza cronica». Drigani: «Allarme rosso»
Sui servizi: «L’impegno è massimo, ma invitiamo i cittadini ad avere pazienza»

TRIESTE. Pier Valerio Reinotti sintetizza lo scenario attuale con un «siamo in emergenza cronica» e il presidente della Corte d’Appello Oliviero Drigani parla di «allarme rosso» e di «situazione che si sta aggravando ulteriormente». Parole che non nascondono la preoccupazione quelle scelte dai presidenti del Tribunale e della Corte d’appello di Trieste per sintetizzare l’impatto che l’insufficienza numerica del personale amministrativo sta avendo sull’attività della “macchina della giustizia” in questa estate 2019.
«Per quanto riguarda la mole di lavoro ci sono numeri che sono cresciuti negli ultimi anni in maniera esponenziale – ricorda Reinotti –, basti pensare alla protezione internazionale o alle amministrazioni di sostengo. Ecco perché, oltre a continuare a garantire il massimo impegno, non possiamo far altro che invitare i cittadini a portare pazienza. Quantomeno, un aspetto positivo è il buon funzionamento del processo civile telematico».
A farsi sentire è soprattutto la mancanza dei direttori: « In questi anni – rimarca il presidente del Tribunale triestino – è stato possibile rimpiazzare solo una fascia del personale, quella degli assistenti giudiziari, mentre i posti di funzionari e direttori, restano tuttora scoperti». «Un altro problema sottovalutato – aggiunge Reinotti – è l’innalzamento della media anagrafica dei nostri dipendenti che ormai supera ampiamente i 50 anni. Persino i pochi neoassunti hanno ormai più di trent’anni»
«Siamo arrivati al punto che a volte il magistrato titolare dell’ufficio deve fare anche da dirigente amministrativo – sottolinea il presidente Drigani –. Vedremo se a settembre ci sarà la possibilità di ricorrere alla cosiddetta riqualificazione, per cui determinate figure professionali che sono già qui verrebbero promosse e questo consentirebbe di acquisire delle professionalità, che però non sarebbero, di fatto, delle risorse nuove vere e proprie».
Il quadro non migliora più di tanto focalizzando l’attenzione sul tribunale di Udine dove su una pianta organica di 125 amministrativi sono 98 gli effettivi in servizio. «Anche qui siamo in emergenza – evidenzia il presidente del Tribunale Paolo Corder –. È vero che la scopertura totale è del 20 %, ma si sale al 50 % per quanto riguarda le figure professionali più importanti, funzionari e direttori. Un dato che pesa molto anche perché c’è una scarsissima flessibilità di mansioni. Per quanto riguarda i cancellieri la scopertura tocca il 40%. A breve, inoltre, altri amministrativi andranno in pensione».
«L’unica, parziale boccata d’ossigeno sembrava poter arrivare dal concorso per assistenti del 2018, il primo dal 1992 – aggiunge Corder –, ma degli 8 che erano arrivati ne è rimasto solo un terzo. Ci vorrebbe quanto prima un concorso per le figure apicali. Un altro problema è quello dell’età media del personale, ormai prossima ai 55 anni».
Al tribunale di Pordenone, presieduto da Lanfranco Tenaglia, su 3 direttori in pianta organica un posto solo è vacante, ma considerando il totale degli amministrativi i numeri sono tutt’altro che confortanti: 50 presenti su una pianta organica di 70 unità, dunque una scopertura del 28 %.
A Gorizia c’è il quadro che appare meno allarmante secondo il presidente Giovanni Sansone, pur in un contesto in cui il sotto organico del personale amministrativo tocca il 23 %. «Voglio essere ottimista e non parlerei di emergenza – afferma Sansone –. Stiamo cercando di affrontare le difficoltà cercando di usare al meglio i mezzi a nostra disposizione, puntando anche sulla valorizzazione del nostro sito istituzionale che oltre alle informazioni aggiornate consente di scaricare modulistica e alleggerire così la pressione sugli uffici. Certo, ci possono essere dei ritardi, ma in misura tollerabile».
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