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La mitica nave dei record Saturnia “ritorna” dopo oltre 90 anni a Panzano

Il modellino originale del 1925, dal valore di 200 mila euro, ha trovato spazio permanente nella galleria del MuCa

Laura Blasich
2 minuti di lettura

MONFALCONE. È ritornato a casa il modello quasi centenario della Saturnia. Un pezzo unico, quello che sarà esposto in via permanente al Museo della Cantieristica, uscito dalle mani sapienti dei falegnami del cantiere navale tra il 1925 e il 1926 per convincere l’armatore, la Cosulich Line di Trieste, a produrre una nave gemella, la Vulcania, come poi fu. Ecco perché il modello è effettivamente quello della Saturnia, ma reca il nome dipinto di Vulcania.

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Il modellino del 1925 della Saturnia al Museo della Cantieristica di Monfalcone]]

Erano tempi in cui non c’erano i rendering in 3D e nemmeno le stampanti in grado di riprodurre i modelli pensati e progettati a computer, ma la capacità di lavorare il legno e riprodurre i dettagli. È quanto avviene con la replica in scala della Saturnia, 2,93 metri di lunghezza, che dopo un restauro sarà collocata nella Galleria dei modelli di quanto il cantiere navale di Panzano ha prodotto nell’arco di 111 anni.

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Il ritorno a Monfalcone del manufatto, dov’era stato esposto nel settembre del 2015 nell’ambito della mostra “Saturnia e Vulcania. Motonavi da record”, è stato reso possibile, come spiegato ieri dal sindaco Anna Cisint, presentando l’acquisizione al MuCa, dalla collaborazione con Fondazione Fincantieri, proprietaria del modello, e Fincantieri.

La società si è occupata del trasporto del prezioso modello, il cui valore si aggira sui 200 mila euro, da Palermo, dove si trovava dalla primavera del 2016, quando nell’Arsenale della Regia Marina del capoluogo siciliano fu replicata l’esposizione già allestita a Monfalcone dalla Fondazione Fincantieri.

Le prove a mare della Carnival Panorama sono state impiegate, come ha spiegato ieri il direttore scientifico di Fondazione Fincantieri, Matteo Martinuzzi, per caricare il modello al Ponte 5 con le gru a falco e quindi trasportarlo fino a Marghera. Poi il viaggio è proseguito su quattro ruote fino a Monfalcone, dov’è stato preso in consegna nello stabilimento navalmeccanico. «L’acquisizione rientra nelle azioni poste in atto per potenziare il MuCa, ampliando in particolare la parte dedicata alla produzione del cantiere navale», ha spiegato il sindaco. Una linea di cui è tassello importante la visita allo stabilimento abbinata a quella del museo e alla quale i numeri danno ragione: nei primi sei mesi del 2019 i visitatori sono stati 4.828 contro i 3.301 dello stesso periodo del 2018.

Alla copia in scala della Saturnia e alle altre già esposte nella galleria delle navi farà così ottima compagnia a breve anche il grande modello, pure entrato nelle collezioni del MuCa, di Cant 501Z della larghezza alare di 4 metri del peso di 260 chilogrammi. Il restauro è stato completato e sono stati risolti i problemi tecnici che hanno rallentato l’esposizione, sospesa al soffitto, del modello di idrovolante prodotto dal cantiere navale, dove nella seconda metà degli anni ’20 presero vita in rapida sequenza due navi da crociera innovative come Saturnia e Vulcania.

Le due motonavi, realizzate dagli allora Cantieri riuniti dell’Adriatico, furono le prime a essere mosse da motori diesel e le prime con cabine dotate di balconi. Le splendide sale corredate di pregevoli opere d’arte, progettate dai migliori architetti dell’epoca, come Arduino Berlam, i fratelli Coppedé, Gustavo Pulitzer; i raffinati ristoranti, la grande piscina, la vita a bordo studiata per far trascorrere il viaggio nel modo più gradevole e spensierato ai passeggeri, hanno reso le due ammiraglie della flotta Cosulich tra le più prestigiose navi dell’epoca, coniugando il concetto di traversata al lusso e al divertimento. Navi innovative e pietre miliari del passaggio dal transatlantico alla nave da crociera furono le prime grandi unità di linea dotate di propulsione diesel.

 

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