Negozi dalle saracinesche abbassate, mercati, bar e ristoranti chiusi, pompe di benzina che si preparano alla serrata. E la paura della gente che presto si arrivi alla tanto temuta «crisi umanitaria» evocata già nei giorni scorsi da Belgrado. È pesante la situazione nel nord del Kosovo, area popolata in stragrande maggioranza da serbi, dove ieri mattina è iniziata una sorta di grande sciopero generale dei commercianti e degli esercenti, dopo che da giorni si erano già registrate carenze di alcuni generi alimentari, in testa latte e formaggi, yogurt, diversi tipi di verdure, farina e olio.
Kosovo, scatta nel Nord serbo la “serrata” contro i dazi

Giù tutte le saracinesche: commercianti ed esercenti protestano per il raddoppio dei tributi doganali imposto da Pristina sulle merci importate dai Paesi vicini