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Veglia, bikers bloccano il ponte contro il pedaggio di transito

Lunghe code al casello: i centauri per protesta hanno pagato in centesimi di kuna. Ore di disagi per i turisti. Il ministro: trattative in corso per l’abolizione del costo

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FIUME Bikers che pagano il pedaggio (andata e ritorno) per il ponte di Veglia in centesimi di kune, cioè in lipe; i casellanti che impiegano vari minuti per contare gli spiccioli di ciascun centauro; le file per accedere all'isola quarnerina che diventano sempre più lunghe, e poi chilometriche, in un sabato di forte movimentazione turistica. Il tutto sotto un sole implacabile, con temperature abbondantemente sopra i 30 gradi.

È successo ieri mattina sulla strada che dalla terraferma porta al ponte di Veglia, quando decine di motociclisti hanno voluto bloccare per ore e parzialmente la struttura: una forma di protesta attuata contro il pedaggio per il ponte vegliota, l’unico a pagamento in tutta la Croazia. A manifestare il dissenso sono stati i centauri raccolti attorno alla pagina Facebook intitolata BikeRice e BikeRi: si tratta di motociclisti e motocicliste di Fiume e della Regione del Quarnero e Gorski kotar che avevano annunciato l’iniziativa additando come scandaloso il fatto che l’attraversamento del ponte - inaugurato nel 1980 e i cui costi di costruzione furono ammortizzati dieci anni dopo – richieda ancora oggi un pedaggio. «Ci sono diversi ponti nel Paese che collegano la terraferma e le isole – ha ricordato per l’ennesima volta uno dei manifestanti – eppure il passaggio lungo queste strutture è gratuito. Solo quello di Veglia comporta il pagamento del balzello, mentre il governo croato si ostina a difendere il versamento del pedaggio, commettendo una grave discriminazione. Per questo motivo abbiamo deciso di reagire noi bikers, pagando le 23 kune (3 euro e 11 centesimi, ndr.) in lipe. Sapevamo che il versamento avrebbe causato lunghe attese e di conseguenza un traffico a rilento lungo il ponte, peraltro nel corso di una giornata in cui migliaia di vacanzieri si portano a Veglia, l’isola turisticamente più forte in Croazia. Il nostro è un segnale, un avvertimento alle autorità centrali. Se non vi sarà la cancellazione del balzello - ha concluso il manifestante - passeremo ad attuare iniziative ancora più clamorose».

Mentre agenti della Polstrada quarnerina badavano a che la situazione non peggiorasse o magari degenerasse, tra i turisti giunti da oltreconfine regnavano ieri mattina stupore e anche malcontento. Nessuno di essi ha però espresso apertamente il malumore per quanto stava accadendo: tutti si sono limitati ad attendere disciplinatamente di toccare l’isola nord adriatica.

Nelle prime ore pomeridiane la situazione si è normalizzata e le attese per raggiungere Veglia si sono andate gradualmente riducendo.

Chiamato a commentare l’accaduto, il ministro del Mare, Trasporti e Infrastrutture, il quarnerino Oleg Butković, ha asserito che i bikers hanno perpetrato un danno a se stessi e alla Croazia: «Devono rendersi conto di quello che hanno fatto. Posso rilevare che sussistono spazi di manovra per l’abolizione di questo pedaggio. Infatti sono in corso trattative con la Banca mondiale in quanto il Paese ha debiti per cinque miliardi e mezzo di euro relativi alla costruzione della rete autostradale nazionale. Il permesso per la cancellazione deve arrivare dai creditori che ci hanno permesso di approntare le nostre autostrade. In caso di disco verde - ha concluso Butković - provvederemo subito a togliere la tassa».

Ricordiamo che il pedaggio per i conducenti di auto (si paga subito per andata e ritorno) è di 39 kune, pari a 5 euro e 28 centesimi. —


 

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