Air Serbia nel mirino di Adria Airways
La società slovena si rivolge alle autorità Ue per segnalare aiuti di Stato da Belgrado alla compagnia di bandiera
Stefano Giantin
TRIESTE Annunci bellicosi che fanno pensare a una “guerra” imminente nei Balcani per il dominio commerciale dell’aria; o almeno perché tutti rispettino le regole per conquistarlo con fair play. È lo scenario che si sta delineando nella regione nell’ambito del trasporto aereo passeggeri, un mercato in crescita.
A dichiarare battaglia la slovena Adria Airways, privatizzata tre anni fa, che ha messo nel mirino il colosso Air Serbia, successore della storica Jat jugoslava, compagnia nata nel 2013 e controllata al 51% da Belgrado e per il 49% da Etihad, compagnia che negli ultimi anni ha registrato risultati più che discreti per profitti e aumento dei passeggeri.
Ma c’è chi guarda con sospetto alle strategie commerciali e all’espansione di Air Serbia, che ha da poco annunciato l’apertura di 21 nuove rotte e un potenziamento dei servizi anche su Lubiana. É proprio Adria Airways, che ha segnalato la Serbia alle autorità Ue per i presunti aiuti di Stato concessi alla sua compagnia di bandiera, hanno informato i media locali. Adria Airways «è preoccupata per gli aiuti» che Belgrado ha «illegalmente fornito ad Air Serbia, ritenendo che ciò sia inappropriato perché altera la libera competizione sul mercato», ha spiegato al portale Insajder l’avvocato Dragan Gajin, il cui ufficio legale rappresenta la compagnia aerea di Lubiana. Gli aiuti illegali di cui Air Serbia avrebbe beneficiato dalla nascita confliggono con gli obblighi internazionali che Belgrado ha assunto dopo la firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione con la Ue, ha aggiunto Gajin.
Non è la prima volta che accade, ha sottolineato il portale Ex Yu Aviation, ricordando come «esattamente un anno fa Adria Airways» aveva presentato una denuncia simile contro Alitalia, una simile contro Air Serbia – rimasta senza risposta - e un’altra infruttuosa verso Ryanair. Ex Yu Aviation ha ricordato anche che Adria oggi «affronta una crescente concorrenza sul mercato interno, mentre continua a faticare dal punto di vista operativo per il secondo anno consecutivo». A maggio, anche il premier sloveno Marjan Sarec aveva espresso preoccupazioni sul futuro della compagnia controllata dal fondo straniero 4K Invest.
E Air Serbia? Per ora a Belgrado – nel governo e dalla compagnia – tutto tace. Non è rimasto però sorpreso dalla mossa di Adria l’ex direttore generale della Jat, Predrag Vujović, che a Radio Europa Libera ha parlato di passo «atteso: c’era solo da chiedersi quando sarebbe stata aperta la procedura». Vujović ha anche evocato il caso della magiara Malev, avventura chiusa malamente nel 2012 dopo che l’Ue aveva imposto la restituzione di 130 milioni di euro di aiuti pubblici. Air Serbia dovrebbe però essere al sicuro, dato che «non ha ricevuto sussidi negli ultimi due anni e non spetta a me o al governo» serbo dirlo, ma «alla Commissione europea che monitora gli aiuti di Stato», aveva assicurato ad aprile il ministro delle Finanze, Siniša Mali.
Dubbi sul reale stato delle cose sono stati avanzati però anche da Ex Yu Aviation, Europa Libera e soprattutto da Insajder, che ha affermato che la compagnia avrebbe in realtà ricevuto contributi negli anni passati, senza i quali il bilancio sarebbe meno roseo. E se le premesse sono giuste, la guerra per i cieli balcanici è solo all’inizio.—
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