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Juncker accelera: «La Croazia nell’area Schengen subito la proposta»

Raccomandazione al Consiglio europeo entro la fine del mandato. Plenković: «Noi siamo pronti»

Mauro Manzin
2 minuti di lettura

Il baricentro dell’Europa si sposta a Est. Giovedì a Trieste il presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola ha chiesto un allargamento ai Balcani occidentali dell’Eurozona e ieri a Zagabria il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker ha detto di sperare che «la Croazia entri presto nello spazio Schengen». Juncker ha sostenuto non solo l'entrata della Croazia nell'area Schengen, ma anche nella zona euro, esprimendo la speranza che la raccomandazione positiva per l'adesione allo spazio di libertà di circolazione sia inviata al Consiglio europeo entro la fine del suo mandato (novembre di quest’anno) che si concluderà il 31 ottobre prossimo.

«Desidero presentare una raccomandazione al Consiglio durante il mandato di questa Commissione europea che la Croazia diventi parte dello spazio Schengen», ha detto Juncker in una conferenza stampa congiunta a Zagabria con il primo ministro croato Andrej Plenković. «La Croazia si aspetta di ottenere una valutazione positiva dei progressi compiuti nel soddisfare i criteri per l'adesione allo spazio Schengen entro la fine del mandato di questa Commissione», gli ha fatto eco Plenković. «Immediatamente dopo l'adesione all'Ue abbiamo usato i primi 120 milioni di euro dei fondi destinati all’implementazione di Schengen, seguiti da altri 120 milioni», ha precisato il premier croato. «La Croazia ha rafforzato la propria frontiera esterna, il miglioramento della cooperazione di polizia con i Paesi vicini e siamo sicuri che risolveremo tutti i temi che sono ancora all’ordine del giorno per fare in modo che la Commissione possa fare una valutazione positiva e presentare una proposta al Consiglio europeo», ha concluso il primo ministro.

Per quanto riguarda la zona euro, il presidente della Commissione Juncker ritiene che «la Croazia sia pronta ad aderire presto al meccanismo dell'Erm II». «La Banca centrale europea deciderà su questo, e la Commissione darà il proprio sostegno», ha precisato Juncker.

Il percorso della Croazia verso Schengen non è stato facile. In un documento di Bruxelles datato 5 ottobre 2018 e denominato “Proposal for a Council Implementing Decision”, sotto la voce “Evaluation” si bocciava il percorso di adeguamento della Croazia ai parametri di Schengen. Zagabria, secondo le fonti, sarebbe stata tecnicamente non in grado di assolvere al compito di confine esterno dell’Unione europea. E questo nonostante i finanziamenti ricevuti dal cosiddetto Fondo Schengen che sarebbe dovuto servire proprio per gli adeguamenti necessari all’ingresso nell’area senza confini dell’Unione. Ingresso che, a ottobre dello scorso anno, slittava a ben oltre il termine del 2020 quando il premier Plenković sperava nell’ingresso.

Data del 2020 che sarà storica per la Croazia in quanto dal primo gennaio assumerà la presidenza di turno dell’Unione europea e poterlo fare con l’ingresso nell’Area Schengen sarebbe un grande successo diplomatico. E un grande sospiro di sollievo per i turisti che vedrebbero così svanire le file per i controlli al confine tra Slovenia e Croazia che “slitterebbero” a quello tra Croazia e Bosnia-Erzegovina. —


 

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