L’opposizione demolisce la “nuova” giunta Malumori forzisti mentre la Lega festeggia
Il Pd punta il dito contro il “caso Tonel”: «Scandaloso». Dubbi del M5s su Panteca. Marini (Fi): «Il rimpasto fa schifo»

il caso
Il giorno dopo il rimpasto di giunta ognuno guarda le carte che si ritrova in mano: c’è chi esulta, c’è chi protesta. Il cambiamento avvenuto venerdì nell’amministrazione triestina, dopo aver sancito la trazione leghista del Comune, suscita reazioni dall’entusiasta al disgustato: se il presidente del Consiglio in pectore Francesco Panteca ringrazia tutti per la fiducia e il vicesindaco Paolo Polidori si frega le mani alla vista delle nuove deleghe, il segretario regionale del Pd Cristiano Shaurli stigmatizza un «Dipiazza ormai omologato a destra» e il forzista Bruno Marini liquida l’accordo: «Fa schifo».
L’accordo del centrodestra triestino è percepito dalla comunità politica del Fvg come un punto di svolta di proporzioni regionali: il nuovo assetto post-europee viene ufficializzato con l’incremento di peso del Carroccio nella guida del Comune, a spese del “grande malato” forzista. A testimoniarlo è l’intervento del segretario regionale del Partito democratico Cristiano Shaurli: «Il rimpasto di Trieste serve a Fedriga soprattutto per rafforzare i suoi fedelissimi, e lo gestisce tenendo in piedi Dipiazza, le cui posizioni sono ormai sempre più omologate a destra. Dura la punizione di Forza Italia. Col bilancio a Polidori, la Lega ottiene un quasi-sindaco». Shaurli prosegue puntando l’indice sul caso dell’assessore leghista Serena Tonel, dipendente in Regione agli ordini del presidente, e al contempo neo-titolare di una delega di rilievo come quella al commercio: «Diventa abnorme lo scandalo dell’assessore Tonel, che oltre a fare la caposegreteria di Fedriga in Regione, dovrebbe accollarsi anche la pesante delega al commercio, oltre a tutte le altre».
Dal canto suo Polidori, il «quasi-sindaco» nelle parole di Shaurli, spiega l’approccio leghista: «Da tempo dicevamo che la Lega era interessata alle deleghe e non alle teste. Così è stato. Mi è stata data la delega al Bilancio, da imprenditore penso di avere le competenze e credo ci sarà lavoro da fare». In casa leghista non si straccia le vesti Everest Bertoli, papabile presidente del Consiglio e assessore: il primo incarico alla fine è rimasto in casa Dipiazza, per il secondo avrebbe dovuto dimettersi da consigliere comunale. Un passo che, essendo Bertoli un ex forzista, avrebbe portato in aula un non eletto di Forza Italia. Risvolto che i leghisti hanno preferito evitare. Commenta Bertoli: «Bilancio e commercio sono andati a due assessori leghisti abilissimi e anche il turismo è in buone mani. La Lega non voleva careghe ma lavorare per la città». Panteca è cauto: «Attendiamo l’aula. Per ora ringrazio il sindaco, la giunta e la maggioranza per la fiducia».
Critico il M5s Paolo Menis: «Troppe deleghe pesanti in capo a Polidori. Difficile fare il vicesindaco, gestire la Polizia locale e anche il bilancio. Quanto alla presidenza del Consiglio, era meglio la figura imparziale di Gabrielli piuttosto che un consigliere che si è speso per la contestata “Trieste Servizi”. Vedremo. Noi proponiamo Gianrossano Giannini». L’assessore Lorenzo Giorgi, orfano del commercio, scrive su Fb: «Grazie delle centinaia di attestazioni di solidarietà che sto ricevendo ma tranquilli perché cambiano le deleghe ma triplica la determinazione nel portarle avanti!». Non nasconde l’insoddisfazione, infine, l’azzurro Marini, che dà voce lapidaria al malcontento interno: «Questo accordo fa schifo». —
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