La protesta “invisibile” dal basso dello scalatore seriale dell’Ursus
L’ex gestore della Voce della luna Di Finizio prosegue la sua guerra contro Dipiazza. Intanto una delle quattro squadre dei Vigili del fuoco di turno è bloccata sul Molo IV
Andrea Pierini
TRIESTE Qualcuno passa e butta l’occhio lassù, in cima, per capire se Marcello Di Finizio è ancora sulla vetta dell’Ursus, a 74 metri di altezza. I turisti e i triestini che parcheggiano l’auto al Molo IV chiedono se si tratta di un’esercitazione perché ci sono i due mezzi dei Vigili del fuoco che da ormai più di una settimana sono costretti a presidiare l’area. Prosegue così la protesta dell’ex titolare della Voce della luna, che dal 22 maggio, per la terza volta, è tornato in cima al pontone per protestare contro il “neo liberismo” e l’Europa “matrigna” con chi fa impresa e per chiedere ancora una volta che gli venga restituito il “suo” locale o un’alternativa così come – secondo lui – gli aveva promesso il sindaco Roberto Dipiazza davanti all’allora prefetto Annapaola Porzio.
La protesta dell'imprenditore: in bilico sulla facciata di San Pietro
Rispetto agli scorsi anni, e per decisione della ex comandate Natalia Restuccia, a presidiare il pontone questa volta tocca ai Vigili del fuoco, con una delle due squadre in turno in città. Sul posto per 24 ore sono costretti a restare cinque uomini, di cui due esperti Saf (speleo-alpino-fluviali), a cui si aggiungono altri quattro uomini della Squadra nautica: in totale nove pompieri. In provincia sono operative quattro “partenze”, di cui una a Opicina e una a Muggia. Questo significa che fino a quando Di Finizio continuerà la sua protesta potranno essere seguiti solamente tre interventi, di emergenza o meno, in contemporanea. Oltre ai Vigili del fuoco a presidiare l’area anche la sicurezza privata pagata dall’Autorità portuale, da pochi giorni proprietaria del pontone. Di Finizio quando non fa le dirette Facebook e nel corso della notte di solito si sposta in basso, in un terrazzamento e, a quanto è dato sapere, nella cabina dove veniva controllata la gru.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Trieste, Di Finizio sull’Ursus sorvegliato da 20 uomini]]
Un luogo chiuso e riparato dove si alimenta con il cibo che viene consegnato dai suoi parenti e non dai Vigili del fuoco, che non interagiscono con l’uomo sull’Ursus e la cui presenza è stata definita inutile dallo stesso Di Finizio nel video postato su Fb il 30 maggio alle 18.15. L’ordine di servizio per le forze dell’ordine - a controllare la situazione passa anche la Digos - è di non intervenire e di non provare a farlo scendere, soprattutto con la forza. Non ci sarebbero neanche gli estremi per aprire un fascicolo per un qualche reato penale, se non a un certo punto per un’eventuale interruzione di pubblico servizio. Il parcheggio del Molo IV, gestito da Ttp, viene usato dai triestini ma anche dai turisti che sembrano incuriositi più dalla presenza dei mezzi dei pompieri che dalla reale protesta in corso. Molti residenti invece paiono guardare oramai distrattamente, più per abitudine, e quasi nessuno sembra più badare a quella presenza.
[[(MediaPublishingQueue2014v1) Trieste, per Di Finizio sull'Ursus l'area del Molo IV transennata. Spiegamento di soccorsi]]
Nel mirino dell’ex titolare della Voce della luna questa volta c’è Dipiazza, che a suo dire gli avrebbe promesso un locale, dopo un accordo in Prefettura, dove riprendere la sua attività. Un’iniziativa che poi, sempre da quanto racconta Di Finizio nei suoi video Fb, non avrebbe avuto un seguito.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Di Finizio sale di nuovo in cima all’Ursus]]
La parabola amara dell’arrampicatore seriale, tre volte sull’Ursus e cinque tra San Pietro e Musei vaticani, era iniziata il 14 giugno 2008 quando la Voce della luna venne data alle fiamme da Serdo Dekovic poi condannato per quell’azione. A scatenare la rabbia dell’uomo, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato il mancato pagamento di un lavoro per 300 euro. Dopo alcune minacce Dekovic aveva deciso di passare ai fatti incendiando quello che all’epoca era uno dei locali più apprezzati della città, preso in mano da Di Finizio dopo12 anni di successi con il Round midnight di via Ginnastica.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Trieste, Di Finizio resta sull’Ursus: annuncia sciopero della fame e della sete]]
Il giorno dopo il rogo Dipiazza fu il primo a lanciare la proposta di una raccolta fondi per aiutare Di Finizio e negli anni successivi il sindaco Roberto Cosolini riuscì anche a trovargli una casa ad affitto agevolato. Dopo l’incendio e le conseguenti difficoltà economiche il locale venne riaperto per la Barcolana in forma ridotta, con un piccolo chiosco sulle terrazze risistemate. A dicembre però il meteo diede un altro colpo durissimo alla Voce della luna con una mareggiata che distrusse nuovamente le strutture in legno. Di Finizio non si arrese: «Ho bisogno però delle istituzioni, non della colletta che avevo bloccato subito (furono raccolti tremila euro, ndr) perché non voglio la carità».
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Voce della Luna, condanna bis per il rogo]]
A fine marzo 2009 il primo gesto eclatante: lo sciopero della fame perché l’assicurazione stava rallentando il rimborso della pratica. Nell’agosto 2009 sembrava potersi profilare una nuova vita per la Voce della luna con la riapertura parziale, sempre sulle terrazze, grazie a un amico che aveva deciso di scommettere sull’attività. Tutto pareva pronto a risolversi visto che il 7 aprile 2010 arrivò pure il rimborso dell’assicurazione, al punto che lo stesso Di Finizio, dopo un contenzioso legale piuttosto lungo, aveva annunciato commosso di essere pronto finalmente a sistemare anche il resto della struttura. Dopo una stagione a “ranghi ridotti” il 10 novembre 2010 un’altra volta arrivò il maltempo a distruggere i sogni della Voce della luna. Da allora Di Finizio è diventato famoso per le “scalate” di protesta contro la direttiva Bolkestein che alla fine, in Italia e ai balneari, non è stata e non sarà mai applicata. —
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