Dipiazza: «Ora un tavolo politico». Subito in gioco la presidenza dell’aula
MENIS (M5S): C’È VOGLIA DI RIALZARSI, PIÙ ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE

All’indomani della vittoria leghista e dello storico sorpasso a destra compiuto da Fratelli d’Italia ai danni di Forza Italia, il sindaco azzurro Roberto Dipiazza annuncia la convocazione di un tavolo politico per eleggere il presidente del Consiglio comunale. Il voto europeo potrebbe infatti ridisegnare la scacchiera politica triestina in diversi modi. Dichiara Dipiazza: «Siamo soddisfatti del risultato del centrodestra, è un’ottima situazione per la maggioranza (a Trieste composta da Lega, Fi e Fdi, ndr). Ora chiamerò un tavolo politico per risolvere il problema del presidente del Consiglio comunale entro breve».
La presidenza dell’aula è vacante dal 21 marzo. In linea “genealogica” spetterebbe alla Lista Dipiazza, formazione del dimissionario Marco Gabrielli, ma vi ambisce anche la Lega. Il sindaco potrebbe accontentarla, per prevenire la richiesta di un assessorato attualmente forzista da parte del Carroccio. Che in gioco ci sia questo è ormai un segreto di Pulcinella, a palazzo. Per qualcuno la Lega vorrebbe far saltare addirittura il primo cittadino. Dipiazza teme un rimpasto di giunta? «Ribadisco, convocherò un tavolo politico, da cui mi aspetto solo positività». Il capogruppo forzista Alberto Polacco sottolinea: «Salvini ha dichiarato che non pretenderà mezza poltrona in più. Abbiamo un programma da portare avanti a supporto del sindaco, al quale noi siamo fedeli. Per il resto - prosegue Polacco - l’obiettivo della riabilitazione di Berlusconi è stato raggiunto e ci rimetteremo al lavoro a testa bassa».
Il consigliere comunale Bruno Marini, da qualche tempo voce critica interna a Fi, si sfoga: «È stata una disfatta totale, anche a causa di scelte sciagurate fatte a livello locale, che solo io contesto: tutti hanno cupidigia di servilismo». Il segretario provinciale della Lega, l’assessore Pierpaolo Roberti, afferma: «Siamo assolutamente soddisfatti. Nella sola Trieste abbiamo 20 mila voti in più rispetto alle comunali del 2016. Siamo il primo partito a San Dorligo e in generale abbiamo fatto bene in Comuni tradizionalmente di sinistra: gli elettori oggi guardano ai programmi, non alle ideologie». A Trieste ci saranno rimpasti di giunta? «Il cittadino non ha a cuore le poltrone ma le idee, che porteremo in maggioranza per capire come rispondere in maniera adeguata alle esigenze di cambiamento espresse dal territorio», chiude Roberti.
Claudio Giacomelli, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, esulta: «Siamo incredibilmente soddisfatti, oltre alla Lega siamo l'unico partito che cresce a Trieste dalle Europee del 2014, addirittura raddoppiando i voti. Un risultato storico che però non ci farà montare la testa».
Pd e M5s, a Trieste entrambi all’opposizione, si rimboccano le maniche. Così il consigliere comunale pentastellato Paolo Menis: «Quando si cade dall'alto fa molto male. Poi però subentra la voglia di rialzarsi, come abbiamo fatto altre volte. Meno sceneggiate da campagna elettorale e più coinvolgimento e organizzazione territoriali». Gli equilibri di giunta visti da fuori? «Dipiazza non si fa mettere i piedi in testa. Al limite salta la nomina della Monassi nel cda di AcegasApsAmga (in agenda giovedì, ndr)».
Infine il Pd: «Siamo molto contenti del risultato a Trieste, primo tra i capoluoghi regionali - dichiara la segretaria provinciale dem Laura Famulari -. Nel complesso siamo delusi per il risultato della Lega: tinte fosche si allungano sul Paese e sulla città, di cui staremo a vedere come cambierà la geografia politica». —
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