Una statua in bronzo dedicata al Vate per commemorare l’impresa di Fiume
L’opera costerà 20 mila euro e sarà inaugurata in occasione della mostra su D’Annunzio. Top secret il luogo in cui sorgerà
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TRIESTE A cent’anni dall’incursione fiumana, si allunga sulle Rive l’ombra di Gabriele D’Annunzio. A metà luglio l’amministrazione cittadina, orgoglioso primo cittadino in testa, inaugurerà al Salone degli Incanti una mostra da 300 mila sonanti euro sul controverso poeta-soldato, che in dote perpetua porterà a Trieste anche una statua in bronzo del Vate. Dai ranghi dell’opposizione, però, si fa già sentire la voce di chi teme che la mostra finisca per celebrare i soli lati libertari dell’impresa, dimenticando la sua anima nazionalista e imperialista.

Ma partiamo dalle carte. Il sindaco Roberto Dipiazza annuncia l’esposizione sul web: «A Trieste allestiremo da luglio a novembre una interessantissima mostra interamente dedicata al soldato poeta Gabriele D’Annunzio per i cento anni dall’impresa di Fiume, curata dal presidente de Il Vittoriale degli Italiani Giordano Bruno Guerri, con foto e documenti che saranno resi pubblici per la prima volta».
Lo stesso Bruno Guerri, ai microfoni del Tg della Rai regionale, ha esposto l’intento della mostra, affermando che la presa di Fiume fu «tutt’altro che un’iniziativa fascista, come poi si è fatto credere durante il regime, e come tanti ancora credono, vittime della propaganda fascista». Ma cosa troverà in mostra il visitatore? Immagini inedite d’epoca, reperti d’annunziani di ogni genere, nonché la Fiat al cui volante si spostava il Vate nel periodo del suo dominio carnarino.
La delibera che istituisce la mostra illustra i termini del patto stretto fra il Comune tergestino e la Fondazione del Vittoriale guidata da Guerri, che avrà la curatela scientifica e il coordinamento scientifico della mostra. La Fondazione stessa ha imposto che a realizzare il tutto sia la società Contemplazioni Srl, nota per aver allestito nel tempo numerose mostre del critico d’arte, nonché noto volto televisivo, Vittorio Sgarbi.
Mostra tutt’altro che economica, come detto. Il Comune s’impegna a farsi carico dei 292 mila euro di costo dell’evento, cui vanno ad assommarsi gli importi per il servizio di sorveglianza, assistenza al pubblico, biglietteria e smercio di libri, nonché del servizio di pulizia della sede espositiva, per un totale stimato di ulteriori 70 mila euro.
Ma non finisce qui, appunto. Palazzo Cheba, infatti, si impegna pure «a farsi carico della produzione e collocazione in luogo da individuare di una statua di Gabriele D’Annunzio per l’importo complessivo stimato di 20 mila euro». Iva inclusa, ben si badi. Che fattezze assumerà e dove sarà collocato l’omaggio bronzeo alla figura del Vate è ancora da stabilire. Di certo, però, la sua presenza non mancherà di alimentare discussioni.
Nella medesima delibera si dà conto anche della decisione della Trieste Trasporti di assegnare al Comune un finanziamento di 80 mila euro (97 mila iva inclusa) per attività culturali. Di questi, la giunta stabilisce d’impiegarne poco meno di 50 mila per allestire la mostra sul centenario.
Abbastanza per spingere il Pd ad alzare la voce. Il primo ad avanzare dubbi sull’opportunità delle celebrazioni d’annunziane volute dalla giunta è il consigliere Giovanni Barbo: «Il Comune ha intenzione di fare una mostra agiografica? O di problematizzare la figura di D’Annunzio? E lo vuol fare da un punto di vista esclusivamente italiano? Le dinamiche locali (Venezia Giulia sotto amministrazione prima militare e poi civile italiana 1918-1920) verranno tenute in considerazione? E la complessità della situazione fiumana? Gli istituti storici del territorio verranno coinvolti? Invito la giunta, se già non l’ha fatto, a mettersi in contratto col Comune di Fiume, che nel 2020 sarà capitale della cultura». Oltre a temere «un’operazione-nostalgia», Barbo ha dubbi poi sul costo dell’impresa: «Mi sembra paradossale che per realizzarla si utilizzi anche una sponsorizzazione di Trieste Trasporti, negli stessi giorni in cui il Comune tentenna a metterne 50 mila per i bus per Barcola».
Insomma visto il carattere dibattuto delle gesta d’annunziane (soprattutto nelle terre da lui “redente”), già si scaldala polemica . Pur sempre di polemos cara al Vate trattasi. —
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