Poche mucillagini ma tante meduse, ecco quale mare ci attende in estate
Le previsioni emerse nell’incontro “Dove faccio il bagno” dedicato a batteri, specie aliene e inquinamento

TRIESTE Sarà un’estate piena di meduse, mentre non c’è evidenza di un rischio concreto di mucillaggini, frutto di inverni tiepidi come quello appena trascorso e segnalate nelle ultime settimane solamente nel Sud della Croazia. È quanto emerso ieri nel corso del secondo appuntamento di “Mare&Salute”, il ciclo di conferenze divulgative dell’Ogs sul legame tra uomo e mare, tenutosi al Museo Revoltella con il tema dal titolo: “Dove faccio il bagno? Rischi dal mare: dai batteri alle specie aliene”. Il dibattito ha spaziato dai batteri alla comparsa di specie aliene nei nostri mari, passando per i metalli pesanti come il mercurio che inquinano le acque dell’Isonzo e che finiscono con il riversarsi nel golfo di Trieste. Moderato dal giornalista scientifico Fabio Pagan, nell’auditorium del museo cittadino sono intervenuti Paola Del Negro, direttore generale dell’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale, Maurizio Spoto, direttore dell’Area marina protetta di Miramare, padre Luciano Larivera, teologo, giornalista e presidente del Centro culturale Veritas, Fabio Barbone, direttore scientifico del Burlo, e Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde.
È un tema, quello dell’ambiente, che negli ultimi anni ha finito con il sensibilizzare perfino lo stesso papa Francesco, come ha ricordato padre Lariviera. «Partendo dalla sua enciclica “Laudato sì” del 2015 – queste le parole del teologo – il Santo Padre ha aperto uno spiraglio nuovo nel contesto dell’etica ambientalistica fra mare e uomo, cercando di dare agli uomini un motivo per agire. Solo attraverso una conversione ecologica pienamente consapevole si consentirebbe quantomeno di affrontare in modo adeguato questo insieme di problematiche».
Più del 70% del pianeta - è stato ricordato nell’incontro di ieri pomeriggio al Revoltella - è coperto d’acqua e la sopravvivenza dell’uomo sulla Terra è strettamente legata all’ecosistema marino. Mari e oceani hanno un ruolo fondamentale per la salute umana perché rappresentano una fonte di cibo e altre risorse naturali.
Quello marino, insomma, è un ecosistema fondamentale per l’uomo in quanto principale fornitore di “beni e servizi”, ma la sua salute è spesso minacciata dalle attività degli stessi esseri umani.
«Il mare non è una piscina – ha spiegato Del Negro – bensì un insieme di organismi come i fitoplasmi che catturano l’anidride carbonica per trasformarla in ossigeno e più della metà dell’ossigeno che noi respiriamo deriva dal mare: se esso smettesse di svolgere questo servizio di purificazione dell’aria per l’umanità sarebbe l’inizio della fine».
Ma quindi dove sarà possibile andare a fare il bagno nell’incipiente stagione estiva? «Le aree costiere del Friuli Venezia Giulia sono come sappiamo limitate – ancora la professoressa Del Negro – e al contempo ci sono zone a rischio inquinamento più elevato a causa del traffico navale e portuale». Il porto di Trieste e la laguna di Marano sono perciò le pecore nere in quanto a balneabilità nel golfo di Trieste, ma quali sono fattori e criteri che caratterizzano tale balneabilità? «Esistono dei batteri indicatori nell’acqua – sempre Del Negro – che stanno a misurare il grado di qualità della stessa acqua e a seconda delle loro concentrazioni nel mare si definisce la qualità di quest’ultimo». Un concetto di qualità dell’acqua marina che non va di pari passo con il concetto di limpidezza del mare: molto spesso l’acqua più limpida finisce con l’inficiare la presenza di altri organismi, verosimilmente preziosi per la nostra fauna ittica.
La prossima conferenza, sempre al museo Revoltella, si terrà mercoledì 8 maggio alle 18: si parlerà della storia del sale e delle malattie cardiovascolari.—
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