TRIESTE C’è un problema. Il futuro del Parco del mare nella zona della Lanterna appare sempre più complicato, nonostante si stia cercando una soluzione per riuscire a superare il vincolo che vieta nuove costruzioni nel raggio di 130 metri dalla Lanterna. Questo il “dettaglio” alla base dei grattacapi dei professionisti che non hanno ancora consegnato un progetto alla Soprintendenza, che dovrà poi fornire le dovute autorizzazioni.
Al momento nessuna posa della prima pietra, nessun progetto ultimato, visto che è emerso il “dettaglio” appunto che al momento pesa come un macigno sul futuro del progetto. Il 13 giugno del 1961 infatti il sottosegretario della Pubblica istruzione, Maria Maddaloni, su sollecitazione dell’architetto Civiletti, allora alla guida della Soprintendenza di Trieste, firmò un decreto che impediva qualsiasi nuova edificazione nel raggio di 130 metri dalla Lanterna. L’anno prima erano stati completati i lavori della caserma Fratelli Bandiera della Guardia di Finanza e probabilmente si volevano impedire nuove cementificazioni che andassero a “coprire” la Lanterna.
A ribadire la presenza del vincolo, oltre a quelli paesaggistico culturali, era stato di recente proprio il presidente del Wwf giuliano, l’avvocato Alessandro Giadrossi.
Dalla Camera di commercio al momento nessun commento sullo stallo del progetto: il presidente Paoletti è fuori sede ed è l’unico che può parlare sul Parco del mare.
La Regione conferma che non ci sono passi indietro rispetto alla volontà di essere parte del progetto mentre il sindaco Roberto Dipiazza conferma che la situazione è complessa: «Ci sono dei problemi che presumo verranno risolti, sono però tra la Camera di commercio e la Soprintendenza».
Il primo cittadino non chiude le porte a possibili soluzioni alternative: «Però dovrà essere Paoletti a decidere se non proseguire a Porto Lido. Ad oggi non so quali siano gli sviluppi. Il Porto vecchio è sempre a disposizione».
Al momento non c’è neanche una presa di posizione della Soprintendenza, in quanto non c’è ancora un progetto sul quale intervenire, anche se c’è la massima disponibilità a collaborare per cercare di risolvere la questione del vincolo che, fino a pochi mesi fa, sembrava nessuno avesse notato, al punto che è sorta anche la nuova sede della Lega navale a poca distanza da quella storica proprio nella Lanterna.
A un anno da quando la situazione sembrava essersi sbloccata dunque, pare ancora tutto fermo alla fase di progettazione iniziale, con una spada di Damocle pesante sopra il capo dell’area che potrebbe mettere in discussione tutto quanto, costringendo la Camera di commercio a tornare indietro. Magari deviando proprio verso Porto vecchio, una delle prime sedi ipotizzate per la costruzione del mega acquario. Se alla fine verrà confermata Porto Lido, ci sarà anche il passaggio alla Cciaa delle quote di Italia Navigando, la srl del ministero dello Sviluppo economico che ha in concessione l’area. —