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Bono: «Serve lavoro per i giovani». L’appello al sindaco a fare presto

Alla tavola rotonda al Savoia Dipiazza elenca i passi compiuti e futuri: «Ci sono già dei cantieri. Ora piano regolatore e società di gestione»

A.P.
2 minuti di lettura

TRIESTE «Bisogna creare lavoro e riuscire a mantenere in città i nostri giovani migliori che oggi se ne vanno». Giuseppe Bono, presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia e amministratore delegato di Fincantieri, ha le idee chiare su quale debba essere il futuro del Porto vecchio e lancia la provocazione durante il dibattito, moderato da Cristiano Degano, presidente dell’Ordine dei giornalisti Fvg, con il sindaco Roberto Dipiazza, il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino e il direttore de Il Piccolo Enrico Grazioli. Era invitata anche la Regione, ma l’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, è rimasto bloccato dai lavori del Consiglio regionale.

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Se Bono ha deciso di rilanciare l’importanza del creare occupazione, «abbiamo una città della scienza che non ha avuto alcuna ricaduta per Trieste», Grazioli ha sottolineato quella di creare anche un piano complessivo: «Al momento ci sono singole cose, mi chiedo quale sia l’idea. Una archistar potrebbe aiutare a dare una direzione». Le critiche sono state però respinte in blocco dal sindaco che ha ricordato «i dieci masterplan che sono nei cassetti del Comune. In pochissimo tempo abbiamo fatto partire alcuni cantieri. Il prossimo passo è l’approvazione del Piano regolatore con le linee di indirizzo delle diverse zone e la creazione della società di gestione che dovrà occuparsi delle offerte. Rispetto ad altre città abbiamo dei vincoli sui magazzini quindi dobbiamo riempirli, non costruirli».

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Il consigliere regionale dem Francesco Russo, autore da senatore dell’emendamento che ha consentito la sdemanializzazione dell’area, ha invece evidenziato la necessità di «capitalizzare ogni singolo centimetro del Porto vecchio capendo come creare attività produttive nell’area. Gli imprenditori che vogliono investire ci chiedono di poterlo fare sull’intera area e ne dobbiamo tenere conto».

A cercare di mettere ordine è stato D’Agostino: «Oggi con il Comune c’è grande sintonia, spetta alla politica disegnare il futuro di quell’area, noi accompagneremo il percorso. Sicuramente penso anche a una mobilità sostenibile all’interno dell’area sfruttando le rotaie già presenti».

A mettere tutti d’accordo è stato invece il tema della società di gestione. «Ci stiamo lavorando - ha confermato Dipiazza - e saranno coinvolte oltre al Comune, Autorità portuale e Regione, poi ci sarà spazio anche per i privati con Fincantieri e magari Generali». L’interesse è stato confermato dallo stesso Bono che ha aggiunto: «Fate presto però perché le occasioni ci sono anche sotto il profilo della crocieristica visto che Venezia non sarà più in grado di ospitare tutte le navi che stiamo costruendo e Trieste avrà ottime possibilità di sviluppo».

L’appello al sindaco è stato quello di fare presto, un appello però che ha infastidito il primo cittadino che ha lasciato il dibattito pochi minuti prima del termine riuscendo a raccogliere l’invito di Bono a togliere “vecchio” dal nome dell’area, senza però ascoltare l’auspicio di Grazioli a «non trovarci qua tra due anni per parlare di un nuovo sondaggio sulla percezione dei cittadini su Porto vecchio». —

A.P.

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