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Contrasti sulla gestione se ne va dal Lenac il direttore generale

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FIUME. All'ombra della crisi e degli arresti che stanno tormentando il fiumano Tre Maggio, neanche al cantiere di riparazioni navali Viktor Lenac di San Martino della Liburnia (Martinšcica) mancano turbolenze. Il direttore generale dello stabilimento, Aljoša Pavelin, ha rassegnato dimissioni irrevocabili per insanabili contrasti con il proprietario del cantiere, il gruppo napoletano Palumbo. «Non siamo riusciti a trovare un punto d'incontro nella gestione del Lenac – ha commentato da Pavelin – così abbiamo concluso che la cosa migliore fosse lasciarsi in amicizia e senza liti».

La mossa dell'ormai ex direttore generale è stata una sorta di fulmine a ciel sereno, che ha disorientato i circa 500 lavoratori del Lenac, anche perché Antonio Palumbo, a capo del gruppo navalmeccanico napoletano che lo scorso settembre aveva assunto il controllo del Lenac, aveva lodato il lavoro della direzione affermando la propria piena fiducia nei componenti. Evidentemente poi qualcosa è andato storto e le strade di Pavelin e dei Palumbo si sono divise.

L'incarico è stato assunto in via provvisoria da Sandra Uzelac, responsabile del settore finanziario e componente della direzione dello storico cantiere quarnerino (attivo da oltre 120 anni) che si è risollevato nell'ultimo decennio dopo un periodo di profonda crisi.

Stando a voci ufficiose, la frattura avrebbe riguardato l'ex direttore generale e il figlio di Antonio Palumbo, Raffaele. Pavelin in ogni modo ha deciso clamorosamente di rinunciare all'incarico al Lenac dove i Palumbo detengono oggi l'83% del pacchetto azionario. Va rilevato che i primi passi del colosso campano in seno allo stabilimento situato nelle immediate vicinanze di Fiume erano stati compiuti in un clima positivo. Era stata apprezzata molto la mossa dei Palumbo di lasciare nelle casse del Lenac l'utile netto registrato nel 2017, pari a 37 milioni di kune, circa 4,98 milioni di euro. Lo scorso anno - in cui ci sono state poche commesse – si era chiuso con un passivo di 21,5 milioni di kune (2,9 milioni di euro), ma grazie alle casse piene dell'anno precedente non aveva fatto registrare problemi di liquidità.

L'inizio dell’anno in corso è stato invece contraddistinto da risultati più che discreti. Il cantiere altoadriatico ha instaurato una collaborazione con la Marina militare statunitense, che ha visto il Lenac impegnato per la sesta volta in lavori refitting sulla nave ammiraglia della Sesta flotta Usa, la Mount Whitney. —

A.M.

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