Trieste, studenti di mezza Europa a confronto nei panni dei diplomatici dell’Onu
Nel vivo “OberMun”, la gara di gestione simulata di tutela dei diritti ed emergenze internazionali che vede l’Oberdan in prima linea

TRIESTE Prove tecniche di interventi diplomatici riguardo alcuni dei problemi “prioritari” su scala mondiale. Tra analisi, confronti e, soprattutto, ricerca di possibili soluzioni, ha aperto ieri i “cancelli” la terza edizione di “OberMun”, il progetto a cura del Liceo scientifico Oberdan, allestito in collaborazione con Regione, Comune e Cei/Ince, un percorso didattico proiettato sino a domani e ideato come simulazione delle “prassi” in voga alle Nazioni Unite. Una sorta di gioco quindi, nell’accezione nobile del termine, ma composito nella struttura e intenso nei contenuti, in grado di coinvolgere un centinaio abbondante di studenti di istituti superiori provenienti non solo dal resto della regione, da Veneto, Lombardia e Sardegna, ma pure da versanti scolastici internazionali come Austria, Francia, Germania e Spagna.
Copione consolidato ormai, “OberMun” prova così a emulare il piano operativo targato Onu, impegnando gli studenti in sessioni diplomatiche e mettendoli alle prese con tematiche di largo respiro, tra strategie d’intervento e margini di risoluzione. I campi di indagine della “tre giorni” a Trieste? Si spazia dalla gestione delle scorie nucleari al reinserimento dei rifugiati, dalla coscienza sui diritti delle comunità Lgbt sino allo spunto di casa a San Giusto, un retaggio della legge Basaglia, ovvero il reintegro sociale delle persone affette da disturbi mentali.
Dopo la vernice cerimoniale di ieri all’Auditorium del Revoltella, gli studenti “cloni” dei diplomatici lavoreranno all’interno di tre sedi dislocate in città – Palazzo della Regione in piazza Unità, Prefettura e sede Cei di via Genova – e saranno chiamati poi a esporre tesi e linee programmatiche, il tutto rigorosamente in lingua inglese: «Gli studenti sono impegnati in una ricerca di autentiche soluzioni – così Massimo Deforville, uno dei docenti dell’Oberdan impegnati, assieme a Lorenza Fonzari, nel coordinamento sul campo della terza edizione di “OberMun” – e questo è importante non solo nell’ambito scolastico ma in una vera concezione di vita. Apprendono inoltre che è fattibile arrivare a un rimedio anche nel rispetto delle posizioni altrui ma senza mai snaturare le proprie». Insomma, spazio anche ai compromessi, purché a fin di bene.
Tra i cardini della manifestazione figura anche il comparto organizzativo, anch’esso in capo agli studenti dell’Oberdan, che coinvolge circa 150 ragazzi in vari ruoli, compresa l’assistenza all’ospitalità. A proposito di numeri. “OberMun” matura in questo e indica una netta impennata di adesioni rispetto alla “puntata pilota” del 2017, all’epoca portata in scena da una sessantina di protagonisti, contro il centinaio di questi giorni. Oggi si replica, con tanto di cena di gala. Domani sarà tempo di bilanci e anche di premiazioni.—
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