Maxi furto alla farmacia del Maggiore: spariti medicinali per mezzo milione
Rubate decine di confezioni di costosi antitumorali. Colpo sicuramente su commissione. Al vaglio i filmati delle telecamere

TRIESTE Sapevano dove cercare e cosa prendere: solo farmaci per gli ammalati di tumore. Pastiglie, boccette e sacche per le chemio. I ladri, insomma, sono andati sul sicuro: quei medicinali valgono una montagna di soldi. Sono le terapie su cui centinaia di pazienti di tutta la città ogni giorno ripongono le loro speranze di cura e di vita, compresi i bambini oncologici del Burlo.
Non ha davvero precedenti a Trieste il furto messo a segno la notte scorsa nel deposito della farmacia dell’ospedale Maggiore, scoperto ieri mattina da un’infermiera. Non in queste dimensioni, almeno: le prime stime, in mattinata, parlavano di un colpo da 200-300 mila euro; ma man mano che trascorrevano le ore e il quadro appariva più chiaro la somma è salita notevolmente: oltre mezzo milione di euro. I carabinieri confermano. Un vero e proprio saccheggio, non c’è che dire. E su commissione, vista l’accurata selezione.
L’allarme è scattato attorno alle 7.15 di ieri. Siamo al secondo piano dell’ospedale Maggiore, nell’ala in cui si trova la Struttura complessa di Farmacia e che ospita anche la U.F.A., l’Unità Farmaci Antiblastici, cioè gli anti-tumorali. È un centro ad alta specializzazione, in cui vengono preparate e distribuite le medicine agli ammalati di cancro dell’intera città. Dunque pure i bimbi seguiti dal Burlo. Sono prodotti delicati, anche tossici, rilasciati e somministrati direttamente in ospedale per le singole cure. Roba che non viene commercializzata nelle farmacie sotto casa.
Alle 7.15 l’infermiera è a inizio turno. Sta andando in spogliatoio per prepararsi quando nota le porte che conducono al laboratorio e all’ufficio socchiuse. «Strano», pensa. Si insospettisce. E controlla: i segni di effrazione sono evidenti. Così come sulle celle frigo: i lucchetti sono tranciati. Due le porte divelte con i piedi di porco. Nel magazzino, tanto negli armadietti quanto nelle cassettiere, manca di tutto. I carabinieri piombano sul posto poco dopo. L’entità del furto emerge fin dai primi rilievi, anche se ci vorrà l’intera giornata per capire esattamente cosa è stato portato via. Tecnicamente sono farmaci oncoematologici, spesso usati per tumori in metastasi. Prodotti che hanno un costo altissimo, anche migliaia di euro a scatola: il Bevacizumab, ad esempio, impiegato per il trattamento di varie forme tumorali, tra cui quelli del colon-retto, del polmone e del rene. O il Trastuzumab, usato per il carcinoma mammario; e Nivolumab per il cancro al polmone. I ladri avevano in mano la lista della spesa: si sono presi proprio quelle medicine e non altre. E non solo scatolette, ma pure le sacche per le chemioterapie.
Il blitz è avvenuto di notte: dopo ave scardinato le porte, i criminali si sono infilati nei depositi sgusciando attraverso la finestrella dello sportello utilizzato dagli infermieri per le consegne ai pazienti. I sistemi di video sorveglianza installati all’ingresso dovrebbero aver ripreso almeno il passaggio dei malviventi. I carabinieri stanno analizzando le immagini e interrogando gli addetti del servizio di vigilanza notturno. C’era una talpa interna in ospedale? Ciò che appare certo, al momento, è che è stato un colpo mirato. Su commissione. Probabilmente per rifornire il mercato nero dei farmaci super costosi. —
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