Ai manifesti hanno risposto con le bandiere. Due, per l’esattezza, quella italiana e quella slovena, vicine a simboleggiare amicizia e collaborazione. Gli studenti del polo con lingua d’insegnamento slovena di via Puccini ieri mattina hanno in gran parte disertato le lezioni per manifestare la loro indignazione e l’amarezza per la provocazione subita quando, nella notte tra giovedì e venerdì, Blocco studentesco ha collocato cinque manifesti con gli slogan “Tamburo dell’avanguardia” e “Devoti alla vittoria” (che inevitabilmente riportano la mente ai tempi del ventennio) sul muro di cinta del complesso scolastico.
Ieri mattina, peraltro, è apparso nei pressi del polo sloveno – ma questa volta sulla recinzione che chiude gli spazi dell’Isis “Galilei-Fermi-Pacassi”, sempre in via Puccini – anche uno striscione con la scritta “Onore ai martiri delle foibe”, ma va detto che gli studenti avevano maturato l’idea di manifestare già nella tarda serata di venerdì.
Alla fine in un centinaio hanno aderito alla proposta, riunendosi di fronte all’accesso del polo scolastico “armati” di una bandiera italiana e di una slovena, oltre che di un cartellone che ricordava come la legge italiana tuteli le minoranze linguistiche. Quella slovena compresa, ovviamente. «Non abbiamo avuto molto tempo per prepararci, ma direi che questa iniziativa è nata in modo del tutto spontaneo – racconta Elian Mucci, della classe 4° del liceo umanistico “Gregorcic” –, semplicemente perché vogliamo dire chiaramente, senza dare alcun colore politico alla manifestazione, che simili gesti e simili provocazioni non possono più esistere nel 2019, e che noi non ci stiamo. Anche molti docenti ci hanno manifestato solidarietà e ci hanno appoggiati, e alla protesta hanno aderito ragazzi di tutte le scuole del polo».
Tra i presenti c’erano però anche la presidente dell’Unione culturale ed economica slovena (Skgz) Maja Humar e il segretario provinciale della Slovenska Skupnost – che già venerdì subito dopo la comparsa dei manifesti aveva scritto una lettera al sindaco Ziberna e al prefetto Marchesiello, condannando l’accaduto – Julijan Čavdek. «La loro presenza è stata importante, e li ringraziamo per questo – dice ancora Elian –. Perché in qualche modo hanno dato ancora maggior dignità e importanza all’iniziativa di noi studenti».
Ieri la manifestazione si è esaurita al termine dell’orario scolastico, ma non è da escludere che nei prossimi giorni gli studenti non possano organizzare nuove mobilitazioni, avendo ricevuto anche dai “colleghi” degli istituti scolastici di Udine e di Trieste attestati di solidarietà e la disponibilità a manifestare insieme. –