TRIESTE Cinque anni di convivenza trasformati in un inferno. Cominciati con le offese quasi quotidiane, proseguite con le umiliazioni e culminate con pestaggi e minacce. E pesanti: «Ti sfiguro con l’acido». Andrà a processo un trentaduenne originario di Napoli, residente a Trieste, che la Procura ha indagato per maltrattamenti nei confronti della compagna, una coetanea con cui conviveva.
Le accuse sono circostanziate, anche se l’imputato – difeso dall’avvocato Maura Resciniti – ha negato gran parte degli episodi contestati.
I maltrattamenti, stando a quanto riferito dalla vittima, sarebbero iniziati fin dai primi periodi di convivenza che risalgono all’ottobre 2011. «Mi dava della putt..., mi offendeva – ha raccontato la donna – mi sputava in faccia dicendomi che ero una sfigata e che non avrei mai alcun fidanzato al di fuori che lui».
Dalle parole il trentaduenne è passato ai fatti, con sputi in faccia, schiaffi e calci.
Una notte, dopo che la compagna aveva ricevuto un sms, il fidanzato avrebbe minacciato di morte la compagna. In un’altra occasione l’ha spaventata preannunciandole che le avrebbe rovesciato addosso dell’acido. E che le avrebbe tagliato la gola.
Ma la donna, secondo quanto spiegato agli inquirenti, talvolta veniva trattata anche come una sorta di serva. C’è un episodio, in particolare, che descrive le violenze psicologiche a cui sarebbe stata sottoposta: «Non gli avevo cucito un paio di pantaloni – ha raccontato l’ex compagna – e lui il giorno dopo quando sono ritornata a casa, mi ha fatto trovare tutti i vestiti a terra con i sacchi neri della spazzatura vicini».
Ma la convivente doveva soddisfare l’uomo anche nelle sue esigenze economiche e provvedere a qualsiasi necessità in ogni momento. E se il compagno aveva bisogno di un’aspirina, lei doveva mollare tutto – anche il lavoro – e correre da lui. L’uomo pretendeva anche che la fidanzata si recasse sempre a casa all’ora di cena.
Non tanto per la compagnia, quanto per trovare il pasto pronto. —